Mc 7, 31-37

Mc 7, 31-37

(Caritas in Veritate 13b) Paolo VI comprese chiaramente come la questione sociale fosse diventata mondiale [25] e colse il richiamo reciproco tra la spinta all'unificazione dell'umanità e l'ideale cristiano di un'unica famiglia dei popoli, solidale nella comune fraternità. Indicò nello sviluppo, umanamente e cristianamente inteso, il cuore del messaggio sociale cristiano e propose la carità cristiana come principale forza a servizio dello sviluppo. Mosso dal desiderio di rendere l'amore di Cristo pienamente visibile all'uomo contemporaneo, Paolo VI affrontò con fermezza importanti questioni etiche, senza cedere alle debolezze culturali del suo tempo.

Note: [25] Cfr. Lett. enc. Populorum progressio, 3: l.c., 258.

Dottrina sociale della Chiesa: fedeltà a Cristo e al Vangelo

(CDS 71a) Questo diritto è nel contempo un dovere, perché la Chiesa non vi può rinunciare senza smentire se stessa e la sua fedeltà a Cristo: «Guai a me se non predicassi il vangelo!» (1 Cor 9,16). L'ammonimento che san Paolo rivolge a se stesso risuona nella coscienza della Chiesa come un richiamo a percorrere tutte le vie dell'evangelizzazione; non solo quelle che portano alle coscienze individuali, ma anche quelle che conducono alle istituzioni pubbliche: da un lato non si deve «costringere erroneamente il fatto religioso alla sfera puramente privata» [96], da un altro lato non si può orientare il messaggio cristiano verso una salvezza puramente ultraterrena, incapace di illuminare la presenza sulla terra.

Note: [96] Giovanni Paolo II, Messaggio al Segretario generale delle Nazioni Unite in occasione del trentesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo (2 dicembre 1978): Insegnamenti di Giovanni Paolo II, I (1978) 261. [97] Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 5: AAS 83 (1991) 799.


(Mc 7, 31-37) Soltanto l'uomo è «capace di Dio»

[31] Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. [32] E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. [33] E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; [34] guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: "Effatà" cioè: "Apriti!". [35] E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. [36] E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano [37] e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!".

(CDS 109) La somiglianza con Dio mette in luce che l'essenza e l'esistenza dell'uomo sono costitutivamente relazionate a Dio nel modo più profondo [205]. È una relazione che esiste per se stessa, non arriva, quindi, in un secondo tempo e non si aggiunge dall'esterno. Tutta la vita dell'uomo è una domanda e una ricerca di Dio. Questa relazione con Dio può essere ignorata oppure dimenticata o rimossa, ma non può mai essere eliminata. Fra tutte le creature del mondo visibile, infatti, soltanto l'uomo è «“capace” di Dio» («homo est Dei capax») [206]. La persona umana è un essere personale creato da Dio per la relazione con Lui, che soltanto nella relazione può vivere ed esprimersi e che tende naturalmente a Lui [207].

Note: [205] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 356. 358. [206] Catechismo della Chiesa Cattolica, titolo del c. 1º, sez. 1ª, parte 1ª; cfr. Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 12: AAS 58 (1966) 1034; Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, 34: AAS 87 (1995) 440. [207] Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, 35: AAS 87 (1995) 440-441; Catechismo della Chiesa Cattolica, 1721.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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