Mc 8, 27-33

Mc 8, 27-33

(Caritas in Veritate 15a) Altri due documenti di Paolo VI non strettamente connessi con la dottrina sociale — l’Enciclica Humanae vitae del 25 luglio 1968, e l'Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, dell'8 dicembre 1975 — sono molto importanti per delineare il senso pienamente umano dello sviluppo proposto dalla Chiesa. È quindi opportuno leggere anche questi testi in relazione con la Populorum progressio. L'Enciclica Humanae Vitae sottolinea il significato insieme unitivo e procreativo della sessualità, ponendo così a fondamento della società la coppia degli sposi, uomo e donna, che si accolgono reciprocamente nella distinzione e nella complementarità; una coppia, dunque, aperta alla vita [27].

Note: [27] Cfr. nn. 8-9: AAS 60 (1968), 485-487; Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al Convegno Internazionale organizzato nel 40° anniversario della “Humanae vitae” (10 maggio 2008): Insegnamenti IV, 1 (2008), 753-756.

Dottrina sociale: sua natura teologico-morale

(CDS 73a) La dottrina sociale, pertanto, è di natura teologica, e specificamente teologico-morale, «trattandosi di una dottrina indirizzata a guidare la condotta delle persone» [103]: «Essa si situa all'incrocio della vita e della coscienza cristiana con le situazioni del mondo e si manifesta negli sforzi che singoli, famiglie, operatori culturali e sociali, politici e uomini di Stato mettono in atto per darle forma e applicazione nella storia» [104].

Note: [103] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 41: AAS 80 (1988) 572. [104] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 59: AAS 83 (1991) 864-865.


(Mc 8, 27-33) L'uomo è in relazione anche con se stesso

[27] Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: "Chi dice la gente che io sia?". [28] Ed essi gli risposero: "Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti". [29] Ma egli replicò: "E voi chi dite che io sia?". Pietro gli rispose: "Tu sei il Cristo". [30] E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno. [31] E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. [32] Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. [33] Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: "Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini".

(CDS 114) L'uomo è in relazione anche con se stesso e può riflettere su se stesso. La Sacra Scrittura parla a questo riguardo del cuore dell'uomo. Il cuore designa appunto l'interiorità spirituale dell'uomo, ossia quanto lo distingue da ogni altra creatura: Dio «ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine» (Qo 3,11). Il cuore indica, in definitiva, le facoltà spirituali proprie dell'uomo, sue prerogative in quanto creato ad immagine del suo Creatore: la ragione, il discernimento del bene e del male, la volontà libera (Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, 34: AAS 87 (1995) 438-440). Quando ascolta l'aspirazione profonda del suo cuore, ogni uomo non può non fare propria la parola di verità espressa da sant'Agostino: «Tu ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto sino a quando non riposa in Te» [221].

Note: [221] Sant'Agostino, Confessiones, 1, 1: PL 32, 661: «Tu excitas, ut laudare te delectet; quia fecisti nos ad te, et inquietum est cor nostrum, donec requiescat in te».

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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