Mc 12, 1-12

Mc 12, 1-12

(Caritas in Veritate 21e) La complessità e gravità dell'attuale situazione economica giustamente ci preoccupa, ma dobbiamo assumere con realismo, fiducia e speranza le nuove responsabilità a cui ci chiama lo scenario di un mondo che ha bisogno di un profondo rinnovamento culturale e della riscoperta di valori di fondo su cui costruire un futuro migliore. La crisi ci obbliga a riprogettare il nostro cammino, a darci nuove regole e a trovare nuove forme di impegno, a puntare sulle esperienze positive e a rigettare quelle negative. La crisi diventa così occasione di discernimento e di nuova progettualità. In questa chiave, fiduciosa piuttosto che rassegnata, conviene affrontare le difficoltà del momento presente.

Dottrina sociale: responsabilità che competono ai laici

(CDS 83b) La dottrina sociale implica altresì responsabilità relative alla costruzione, all'organizzazione e al funzionamento della società: obblighi politici, economici, amministrativi, vale a dire di natura secolare, che appartengono ai fedeli laici, non ai sacerdoti e ai religiosi [128]. Tali responsabilità competono ai laici in modo peculiare, in ragione della condizione secolare del loro stato di vita e dell'indole secolare della loro vocazion [129]: mediante tali responsabilità, i laici mettono in opera l'insegnamento sociale e adempiono la missione secolare della Chiesa [130].

Note: [128] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2442. [129] Cfr. Giovanni Paolo II, Esort. ap. Christifideles laici, 15: AAS 81 (1989) 413; Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 31: AAS 57 (1965) 37. [130] Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 43: AAS 58 (1966) 1061-1064; Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio, 81: AAS 59 (1967) 296-297.


(Mc 12, 1-12) In Cristo la piena verità di uomo e mondo

[1] Gesù si mise a parlare loro in parabole: "Un uomo piantò una vigna, vi pose attorno una siepe, scavò un torchio, costruì una torre, poi la diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano. [2] A suo tempo inviò un servo a ritirare da quei vignaioli i frutti della vigna. [3] Ma essi, afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote. [4] Inviò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo coprirono di insulti. [5] Ne inviò ancora un altro, e questo lo uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li bastonarono, altri li uccisero. [6] Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio! [7] Ma quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l'erede; su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra. [8] E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. [9] Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri. [10] Non avete forse letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; [11] dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri"? [12] Allora cercarono di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. E, lasciatolo, se ne andarono.

(CDS 45) Gesù Cristo è il Figlio di Dio fatto uomo nel quale e grazie al quale il mondo e l'uomo attingono la loro autentica e piena verità. Il mistero dell'infinita prossimità di Dio all'uomo — realizzatosi nell'Incarnazione di Gesù Cristo, spinto sino all'abbandono sulla croce e alla morte — mostra che quanto più l'umano è visto alla luce del disegno di Dio e vissuto in comunione con Lui, tanto più esso è potenziato e liberato nella sua identità e nella stessa libertà che gli è propria. La partecipazione alla vita filiale di Cristo, resa possibile dall'Incarnazione e dal dono pasquale dello Spirito, lungi dal mortificare, ha l'effetto di far sprigionare l'autentica e autonoma consistenza e identità degli esseri umani, in tutte le loro espressioni. Questa prospettiva orienta verso una visione corretta delle realtà terrene e della loro autonomia, che è ben sottolineata dall'insegnamento del Concilio Vaticano II: «Se per autonomia delle realtà terrene intendiamo che le cose create e le società godono di leggi e valori propri, che l'uomo gradatamente deve scoprire, usare e coordinare, allora è assolutamente necessario esigerla: questo ... è conforme al volere del Creatore. Infatti per la loro condizione di creature tutte le cose sono dotate di una propria consistenza, verità, bontà, di leggi e di ordine propri, che l'uomo deve rispettare, riconoscendo i metodi propri delle singole scienze o arti» [48].

Note: [48] Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 36: AAS 58 (1966) 1054; cfr. Id., Decr. Apostolicam actuositatem, 7: AAS 58 (1966) 843-844.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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