Mc 14, 53-65

Mc 14, 53-65

(Caritas in Veritate 25c) L'insieme dei cambiamenti sociali ed economici fa sì che le organizzazioni sindacali sperimentino maggiori difficoltà a svolgere il loro compito di rappresentanza degli interessi dei lavoratori, anche per il fatto che i Governi, per ragioni di utilità economica, limitano spesso le libertà sindacali o la capacità negoziale dei sindacati stessi. Le reti di solidarietà tradizionali trovano così crescenti ostacoli da superare. L'invito della dottrina sociale della Chiesa, cominciando dalla Rerum Novarum [60], a dar vita ad associazioni di lavoratori per la difesa dei propri diritti va pertanto onorato oggi ancor più di ieri, dando innanzitutto una risposta pronta e lungimirante all'urgenza di instaurare nuove sinergie a livello internazionale, oltre che locale.

Note: [60] Cfr. l.c., 135.

«Rerum novarum»: errori che provocano il male sociale

(CDS 89b) La «Rerum novarum» elenca gli errori che provocano il male sociale, esclude il socialismo come rimedio ed espone, precisandola e attualizzandola, «la dottrina cattolica sul lavoro, sul diritto di proprietà, sul principio di collaborazione contrapposto alla lotta di classe come mezzo fondamentale per il cambiamento sociale, sul diritto dei deboli, sulla dignità dei poveri e sugli obblighi dei ricchi, sul perfezionamento della giustizia mediante la carità, sul diritto ad avere associazioni professionali» [144].

Note: [144] Congregazione per l'Educazione Cattolica, Orientamenti per lo studio e l'insegnamento della dottrina sociale della Chiesa nella formazione sacerdotale, 20, Tipografia Poliglotta Vaticana, Roma 1988, p. 24.


(Mc 14, 53-65) Dare a Dio ciò che gli è dovuto

[53] Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. [54] Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del sommo sacerdote; e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. [55] Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. [56] Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro testimonianze non erano concordi. [57] Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui, dicendo: [58] "Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d'uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d'uomo". [59] Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era concorde. [60] Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: "Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?". [61] Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: "Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?". [62] Gesù rispose: "Io lo sono! E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo". [63] Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: "Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? [64] Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?". Tutti sentenziarono che era reo di morte. [65] Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli: "Indovina". I servi intanto lo percuotevano.

(CDS 201) La giustizia è un valore, che si accompagna all'esercizio della corrispondente virtù morale cardinale [441]. Secondo la sua più classica formulazione, «essa consiste nella costante e ferma volontà di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto» [442]. Dal punto di vista soggettivo la giustizia si traduce nell'atteggiamento determinato dalla volontà di riconoscere l'altro come persona, mentre, dal punto di vista oggettivo, essa costituisce il criterio determinante della moralità nell'ambito inter-soggettivo e sociale [443]. Il Magistero sociale richiama al rispetto delle forme classiche della giustizia: quella commutativa, quella distributiva, quella legale [444]. Un rilievo sempre maggiore ha in esso acquisito la giustizia sociale [445], che rappresenta un vero e proprio sviluppo della giustizia generale, regolatrice dei rapporti sociali in base al criterio dell'osservanza della legge. La giustizia sociale, esigenza connessa alla questione sociale, che oggi si manifesta in una dimensione mondiale, concerne gli aspetti sociali, politici ed economici e, soprattutto, la dimensione strutturale dei problemi e delle correlative soluzioni [446].

Note: [441] Cfr. San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, I-II, q. 6: Ed. Leon. 6, 55-63. [442] Catechismo della Chiesa Cattolica, 1807; cfr. San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, II-II, q. 58, a. 1: Ed. Leon. 9, 9-10: «iustitia est perpetua et constans voluntas ius suum unicuique tribuendi». [443] Cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 282-283. [444] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2411. [445] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1928-1942, 2425-2449, 2832; Pio XI, Lett. enc. Divini Redemptoris: AAS 29 (1937) 92. [446] Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens, 2: AAS 73 (1981) 580-583.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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