Lc 4, 31-44

Lc 4, 31-44

(Caritas in Veritate 34 a) La carità nella verità pone l'uomo davanti alla stupefacente esperienza del dono. La gratuità è presente nella sua vita in molteplici forme, spesso non riconosciute a causa di una visione solo produttivistica e utilitaristica dell'esistenza. L'essere umano è fatto per il dono, che ne esprime ed attua la dimensione di trascendenza. Talvolta l'uomo moderno è erroneamente convinto di essere il solo autore di se stesso, della sua vita e della società. È questa una presunzione, conseguente alla chiusura egoistica in se stessi, che discende — per dirla in termini di fede — dal peccato delle origini.

“Laborem exercens”: lavoro bene fondamentale e fattore primario

(CDS 101 a) Novant'anni dopo la «Rerum novarum», Giovanni Paolo II dedica l'enciclica «Laborem exercens» [187] al lavoro, bene fondamentale per la persona, fattore primario dell'attività economica e chiave di tutta la questione sociale.

Note: [187] Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens: AAS 73 (1981) 577-647.


(Lc 4, 31-44) Impegnarsi per il bene di tutti e di ciascuno

[31] Poi discese a Cafarnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente. [32] Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità. [33] Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: [34] "Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!". [35] Gesù gli intimò: "Taci, esci da costui!". E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male. [36] Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: "Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?". [37] E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione. [38] Uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. [39] Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli. [40] Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. [41] Da molti uscivano demòni gridando: "Tu sei il Figlio di Dio!". Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo. [42] Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro. [43] Egli però disse: "Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato". [44] E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

(CDS 43) Non è possibile amare il prossimo come se stessi e perseverare in questo atteggiamento, senza la determinazione ferma e costante di impegnarsi per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti [44]. Secondo l'insegnamento conciliare, «il rispetto e l'amore devono estendersi anche a coloro che pensano o agiscono diversamente da noi nelle cose sociali, politiche e persino religiose, poiché quanto più con onestà e carità saremo intimamente comprensivi verso il loro modo di pensare, tanto più facilmente potremo instaurare il dialogo con loro» [45]. In tale cammino è necessaria la grazia, che Dio offre all'uomo per aiutarlo a superare i fallimenti, per strapparlo dalla spirale della menzogna e della violenza, per sostenerlo e spronarlo a ritessere, con disponibilità sempre rinnovata, la rete delle relazioni vere e sincere con i suoi simili [46].

Note: [44] Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 38: AAS 80 (1988) 565-566. [45] Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 28: AAS 58 (1966) 1048. [46] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1889.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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