Lc 5, 27-39

Lc 5, 27-39

(Caritas in Veritate 34 e) Il dono per sua natura oltrepassa il merito, la sua regola è l'eccedenza. Esso ci precede nella nostra stessa anima quale segno della presenza di Dio in noi e della sua attesa nei nostri confronti. La verità, che al pari della carità è dono, è più grande di noi, come insegna sant'Agostino [88].

Note: [88] Sant'Agostino espone in modo dettagliato questo insegnamento nel dialogo sul libero arbitrio (De libero arbitrio II 3,8 sgg.). Egli indica l'esistenza dentro l'anima umana di un «senso interno». Questo senso consiste in un atto che si compie al di fuori delle normali funzioni della ragione, atto irriflesso e quasi istintivo, per cui la ragione, rendendosi conto della sua condizione transeunte e fallibile, ammette al di sopra di sé l'esistenza di qualcosa di eterno, assolutamente vero e certo. Il nome che sant'Agostino dà a questa verità interiore è talora quello di Dio (Confessioni 10,24,35; 12,25,35; De libero arbitrio II 3,8), più spesso quello di Cristo (De magistro 11,38; Confessioni VII,18,24; XI,2,4).

Pace: frutto della solidarietà e della giustizia

(CDS 102 c) Giovanni Paolo II, evocando il motto del pontificato di Pio XII, «Opus iustitiae pax», la pace come frutto della giustizia, commenta: «Oggi si potrebbe dire, con la stessa esattezza e la stessa forza di ispirazione biblica (cfr. Is 32,17; Gc 3,18): Opus solidaritatis pax, la pace come frutto della solidarietà» [191].

Note: [191] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 39: AAS 80 (1988) 568.


(Lc 5, 27-39) Chiesa non legata ad alcun sistema politico

[27] Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi!". [28] Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. [29] Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. [30] I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: "Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?". [31] Gesù rispose: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; [32] io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi". [33] Allora gli dissero: "I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!". [34] Gesù rispose: "Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? [35] Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno". [36] Diceva loro anche una parabola: "Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. [37] E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. [38] Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. [39] Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!".

(CDS 50) La Chiesa si pone concretamente al servizio del Regno di Dio innanzi tutto annunciando e comunicando il Vangelo della salvezza e costituendo delle nuove comunità cristiane. Essa, inoltre, «serve il Regno diffondendo nel mondo i “valori evangelici”, che del Regno sono espressione e aiutano gli uomini ad accogliere il disegno di Dio. È vero, dunque, che la realtà incipiente del Regno può trovarsi anche al di là dei confini della Chiesa nell'umanità intera, in quanto questa viva i “valori evangelici” e si apra all'azione dello Spirito che spira dove e come vuole (cfr. Gv 3,8); ma bisogna subito aggiungere che tale dimensione temporale del Regno è incompleta, se non è coordinata col Regno di Cristo, presente nella Chiesa e proteso alla pienezza escatologica» [57]. Da ciò deriva, in particolare, che la Chiesa non si confonde con la comunità politica e non è legata ad alcun sistema politico [58]. La comunità politica e la Chiesa, nel proprio campo, infatti, sono indipendenti e autonome l'una dall'altra e sono entrambe, anche se a titolo diverso, «al servizio della vocazione personale e sociale dei medesimi uomini» [59]. Si può anzi affermare che la distinzione fra religione e politica e il principio della libertà religiosa costituiscono un'acquisizione specifica del cristianesimo, di grande rilievo sul piano storico e culturale.

Note: [57] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 20: AAS 83 (1991) 267. [58] Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 76: AAS 58 (1966) 1099; Catechismo della Chiesa Cattolica, 2245. [59] (Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 76: AAS 58 (1966) 1099.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009


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