Lc 8, 4-15

Lc 8, 4-15

(Caritas in Veritate 37 c) Nell'epoca della globalizzazione l'economia risente di modelli competitivi legati a culture tra loro molto diverse. I comportamenti economico-imprenditoriali che ne derivano trovano prevalentemente un punto d'incontro nel rispetto della giustizia commutativa. La vita economica ha senz'altro bisogno del contratto, per regolare i rapporti di scambio tra valori equivalenti. Ma ha altresì bisogno di leggi giuste e di forme di ridistribuzione guidate dalla politica, e inoltre di opere che rechino impresso lo spirito del dono. L'economia globalizzata sembra privilegiare la prima logica, quella dello scambio contrattuale, ma direttamente o indirettamente dimostra di aver bisogno anche delle altre due, la logica politica e la logica del dono senza contropartita.

Dottrina sociale: coerente a esigenze e sviluppi della vita sociale

(CDS 160 c) La Chiesa, nel corso della storia e alla luce dello Spirito, riflettendo sapientemente all'interno della propria tradizione di fede, ha potuto dare a tali principi fondazione e configurazione sempre più accurate, enucleandoli progressivamente, nello sforzo di rispondere con coerenza alle esigenze dei tempi e ai continui sviluppi della vita sociale.


(Lc 8, 4-15) Beni economici da amministrare e condividere

[4] Poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, disse con una parabola: [5] "Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. [6] Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. [7] Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. [8] Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto". Detto questo, esclamò: "Chi ha orecchi per intendere, intenda!". [9] I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. [10] Ed egli disse: "A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano. [11] Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. [12] I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. [13] Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. [14] Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. [15] Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.

(CDS 324) Colui che riconosce la propria povertà davanti a Dio, in qualunque situazione egli viva, è oggetto di particolare attenzione da parte di Dio: quando il povero cerca, il Signore risponde; quando grida, Egli l'ascolta. Ai poveri sono rivolte le promesse divine: essi saranno gli eredi dell'alleanza tra Dio e il Suo popolo. L'intervento salvifico di Dio si attuerà tramite un nuovo Davide (cfr. Ez 34,22-31), il quale, come e più del re Davide, sarà difensore dei poveri e promotore della giustizia; egli stabilirà una nuova alleanza e scriverà una nuova legge nel cuore dei credenti (cfr. Ger 31,31-34). La povertà, quando è accettata o ricercata con spirito religioso, predispone al riconoscimento e all'accettazione dell'ordine creaturale; il «ricco», in questa prospettiva, è colui che ripone la sua fiducia nelle cose che possiede piuttosto che in Dio, l'uomo che si fa forte dell'opera delle sue mani e che confida solo in questa sua forza. La povertà assurge a valore morale quando si manifesta come umile disponibilità e apertura verso Dio, fiducia in Lui. Questi atteggiamenti rendono l'uomo capace di riconoscere la relatività dei beni economici e di trattarli come doni divini da amministrare e da condividere, perché la proprietà originaria di tutti i beni appartiene a Dio.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

Post più popolari