Lc 12, 13-21

Lc 12, 13-21

(Caritas in Veritate 44 c) La responsabilità vieta infatti sia di considerare la sessualità una semplice fonte di piacere, sia di regolarla con politiche di forzata pianificazione delle nascite. In ambedue i casi si è in presenza di concezioni e di politiche materialistiche, nelle quali le persone finiscono per subire varie forme di violenza. A tutto ciò si deve opporre la competenza primaria delle famiglie in questo campo [111], rispetto allo Stato e alle sue politiche restrittive, nonché un'appropriata educazione dei genitori. L'apertura moralmente responsabile alla vita è una ricchezza sociale ed economica. Grandi Nazioni hanno potuto uscire dalla miseria anche grazie al grande numero e alle capacità dei loro abitanti.

[111] Cfr Populorum progressio, 37: l.c., 275-276.

Animo materno ad abbandonati, senza colpa, dal coniuge legittimo

(CDS 226 b) La riconciliazione nel sacramento della penitenza — che aprirebbe la strada al sacramento eucaristico — può essere accordata solo a coloro che, pentiti, sono sinceramente disposti ad una forma di vita non più in contraddizione con l'indissolubilità del matrimonio [499]. Agendo in tal modo, la Chiesa professa la propria fedeltà a Cristo e alla Sua verità; nello stesso tempo si comporta con animo materno verso questi suoi figli, specialmente verso coloro che, senza loro colpa, sono stati abbandonati dal loro coniuge legittimo. Con ferma fiducia essa crede che anche quanti si sono allontanati dal comandamento del Signore, ed in tale stato tuttora vivono, potranno ottenere da Dio la grazia della conversione e della salvezza, se avranno perseverato nella preghiera, nella penitenza e nella carità [500].

Note: [499] Il rispetto dovuto sia al sacramento del matrimonio sia agli stessi coniugi e ai loro familiari, sia ancora alla comunità dei fedeli, proibisce ad ogni pastore, per qualsiasi motivo o pretesto anche pastorale, di porre in atto, a favore dei divorziati che si risposano, cerimonie di qualsiasi genere (Cfr. Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 20: AAS 74 (1982) 104. [500] Cfr. Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 77. 84: AAS 74 (1982) 175-178. 184-187.


(Lc 12, 13-21) Testimoniare anzitutto la verità sull'uomo

[13] Uno della folla gli disse: "Maestro, dì a mio fratello che divida con me l'eredità". [14] Ma egli rispose: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?". [15] E disse loro: "Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni". [16] Disse poi una parabola: "La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. [17] Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? [18] E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. [19] Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. [20] Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? [21] Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio".

(CDS 527) L'azione pastorale della Chiesa in ambito sociale deve testimoniare anzitutto la verità sull'uomo. L'antropologia cristiana permette un discernimento dei problemi sociali, per i quali non si può trovare buona soluzione se non si tutela il carattere trascendente della persona umana, pienamente rivelato nella fede [1118]. L'azione sociale dei cristiani deve ispirarsi al principio fondamentale della centralità dell'uomo [1119]. Dall'esigenza di promuovere l'integrale identità dell'uomo scaturisce la proposta di quei grandi valori che presiedono ad una convivenza ordinata e feconda: verità, giustizia, amore, libertà [1120]. La pastorale sociale si adopera affinché il rinnovamento della vita pubblica sia legato ad un effettivo rispetto di tali valori. In tal modo, la Chiesa, mediante la sua multiforme testimonianza evangelica, mira a promuovere la coscienza del bene di tutti e di ciascuno come risorsa inesauribile per lo sviluppo dell'intera vita sociale.

Note: [1118] Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 76: AAS 58 (1966) 1099-1100. [1119] Cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc. Mater et magistra: AAS 53 (1961) 453; Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 54: AAS 83 (1991) 859-860. [1120] Cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 265-266.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.



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