Lc 12, 32-40

Lc 12, 32-40

(Caritas in Veritate 44 e) [Diminuzione di nascite, famiglie piccole e pisscolissime] Sono situazioni che presentano sintomi di scarsa fiducia nel futuro come pure di stanchezza morale. Diventa così una necessità sociale, e perfino economica, proporre ancora alle nuove generazioni la bellezza della famiglia e del matrimonio, la rispondenza di tali istituzioni alle esigenze più profonde del cuore e della dignità della persona. In questa prospettiva, gli Stati sono chiamati a varare politiche che promuovano la centralità e l'integrità della famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, prima e vitale cellula della società, [112] facendosi carico anche dei suoi problemi economici e fiscali, nel rispetto della sua natura relazionale.

[112] Cfr Conc. Ecum.Vat. II, Decreto sull'apostolato dei laici Apostolicam actuositatem, 11.

Unione coniugale fra persone dello stesso sesso: incongrua pretesa

(CDS 228 a) Un problema particolare collegato alle unioni di fatto è quello riguardante la richiesta di riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali, sempre più oggetto di pubblico dibattito. Soltanto un'antropologia rispondente alla piena verità dell'uomo può dare una risposta appropriata al problema, che presenta diversi aspetti sia sul piano sociale che ecclesiale [503]. Alla luce di tale antropologia si rivela «quanto sia incongrua la pretesa di attribuire una realtà “coniugale” all'unione fra persone dello stesso sesso. Vi si oppone, innanzi tutto, l'oggettiva impossibilità di far fruttificare il connubio mediante la trasmissione della vita, secondo il progetto inscritto da Dio nella stessa struttura dell'essere umano. È di ostacolo, inoltre, l'assenza dei presupposti per quella complementarità interpersonale che il Creatore ha voluto, tanto sul piano fisico-biologico quanto su quello eminentemente psicologico, tra il maschio e la femmina. È soltanto nell'unione fra due persone sessualmente diverse che può attuarsi il perfezionamento del singolo, in una sintesi di unità e di mutuo completamento psico-fisico» [504].

Note: [503] Cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Lett. La cura pastorale delle persone omosessuali (1º ottobre 1986), 1-2: AAS 79 (1987) 543-544. [504] Giovanni Paolo II, Discorso al Tribunale della Rota Romana (21 gennaio 1999), 5: AAS 91 (1999) 625.


(Lc 12, 32-40) Lavoro umano finalizzato alla persona

[32] Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno. [33] Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. [34] Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. [35] Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; [36] siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. [37] Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. [38] E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! [39] Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. [40] Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate".

(CDS 272) Il lavoro umano non soltanto procede dalla persona, ma è anche essenzialmente ordinato e finalizzato ad essa. Indipendentemente dal suo contenuto oggettivo, il lavoro deve essere orientato verso il soggetto che lo compie, perché lo scopo del lavoro, di qualunque lavoro, rimane sempre l'uomo. Anche se non può essere ignorata l'importanza della componente oggettiva del lavoro sotto il profilo della sua qualità, tale componente, tuttavia, va subordinata alla realizzazione dell'uomo, e quindi alla dimensione soggettiva, grazie alla quale è possibile affermare che il lavoro è per l'uomo e non l'uomo per il lavoro e che «lo scopo del lavoro, di qualunque lavoro eseguito dall'uomo — fosse pure il lavoro più “di servizio”, più monotono, nella scala del comune modo di valutazione, addirittura più emarginante — rimane sempre l'uomo stesso» [588].

Note: [588] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens, 6: AAS 73 (1981) 592; cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2428.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.


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