Lc 12, 8-12

Lc 12, 8-12

(Caritas in Veritate 44 b) Resta ovviamente doveroso prestare la debita attenzione ad una procreazione responsabile, che costituisce, tra l'altro, un fattivo contributo allo sviluppo umano integrale. La Chiesa, che ha a cuore il vero sviluppo dell'uomo, gli raccomanda il pieno rispetto dei valori umani anche nell'esercizio della sessualità: non la si può ridurre a mero fatto edonistico e ludico, così come l'educazione sessuale non si può ridurre a un'istruzione tecnica, con l'unica preoccupazione di difendere gli interessati da eventuali contagi o dal «rischio» procreativo. Ciò equivarrebbe ad impoverire e disattendere il significato profondo della sessualità, che deve invece essere riconosciuto ed assunto con responsabilità tanto dalla persona quanto dalla comunità.

La Chiesa non abbandona chi si è risposato dopo un divorzio

(CDS 226 a) La Chiesa non abbandona a se stessi coloro che, dopo un divorzio, si sono risposati. La Chiesa prega per loro, li incoraggia nelle difficoltà di ordine spirituale che incontrano e li sostiene nella fede e nella speranza. Da parte loro queste persone, in quanto battezzate, possono e anzi devono partecipare alla vita ecclesiale: sono esortate ad ascoltare la Parola di Dio, a frequentare il sacrificio della Messa, a perseverare nella preghiera, a dare incremento alle opere di carità e alle iniziative della comunità in favore della giustizia e della pace, a educare i figli nella fede, a coltivare lo spirito e le opere di penitenza per implorare così, di giorno in giorno, la grazia di Dio.


(Lc 12, 8-12) Messaggio evangelico e realtà sociali

[8] Inoltre vi dico: Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; [9] ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. [10] Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato. [11] Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; [12] perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire".

(CDS 526) La dottrina sociale detta i criteri fondamentali dell'azione pastorale in campo sociale: annunciare il Vangelo; confrontare il messaggio evangelico con le realtà sociali; progettare azioni finalizzate a rinnovare tali realtà, conformandole alle esigenze della morale cristiana. Una nuova evangelizzazione del sociale richiede innanzi tutto l'annuncio del Vangelo: Dio in Gesù Cristo salva ogni uomo e tutto l'uomo. Tale annuncio rivela l'uomo a se stesso e deve diventare principio di interpretazione delle realtà sociali. Nell'annuncio del Vangelo, la dimensione sociale è essenziale e ineludibile, pur non essendo l'unica. Essa deve mostrare l'inesauribile fecondità della salvezza cristiana, anche se una conformazione perfetta e definitiva delle realtà sociali al Vangelo non potrà attuarsi nella storia: nessun risultato, anche il più riuscito, può sfuggire ai limiti della libertà umana e alla tensione escatologica di ogni realtà creata [1117].

Note: [1117] Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 48: AAS 80 (1988) 583-584.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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