Lc 14, 7-14

Lc 14, 7-14

(Caritas in Veritate 47 c) È anche necessario applicare i criteri della progressione e dell'accompagnamento — compreso il monitoraggio dei risultati –, perché non ci sono ricette universalmente valide. Molto dipende dalla concreta gestione degli interventi. «Artefici del loro proprio sviluppo, i popoli ne sono i primi responsabili. Ma non potranno realizzarlo nell'isolamento» [114]. Oggi, con il consolidamento del processo di progressiva integrazione del pianeta, questo ammonimento di Paolo VI è ancor più valido. Le dinamiche di inclusione non hanno nulla di meccanico. Le soluzioni vanno calibrate sulla vita dei popoli e delle persone concrete, sulla base di una valutazione prudenziale di ogni situazione. Accanto ai macroprogetti servono i microprogetti e, soprattutto, serve la mobilitazione fattiva di tutti i soggetti della società civile, tanto delle persone giuridiche quanto delle persone fisiche.

Note: [114] Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio, 77: l.c., 295.

Va rifiutato ogni ricorso ai mezzi contraccettivi nelle diverse forme

(CDS 233 b) Va pure rifiutato il ricorso ai mezzi contraccettivi nelle loro diverse forme [524]: tale rifiuto si fonda su una corretta e integrale concezione della persona e della sessualità umana [525] ed ha il valore di un'istanza morale a difesa del vero sviluppo dei popoli [526]. Le stesse ragioni di ordine antropologico giustificano, invece, come lecito il ricorso all'astinenza periodica nei periodi di fertilità femminile [527]. Rifiutare la contraccezione e ricorrere ai metodi naturali di regolazione della natalità significa scegliere di impostare i rapporti interpersonali tra coniugi sul reciproco rispetto e sulla totale accoglienza, con positivi riflessi anche per la realizzazione di un ordine sociale più umano.

Note: [524] Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 51: AAS 58 (1966) 1072-1073; Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 14: AAS 60 (1968) 490-491; Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 32: AAS 74 (1982) 118-120; Catechismo della Chiesa Cattolica, 2370; Pio XI, Lett. enc. Casti connubii: AAS 22 (1930), 559-561. [525] Cfr. Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 7: AAS 60 (1968) 485; Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 32: AAS 74 (1982) 118-120. [526] Cfr. Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 17: AAS 60 (1968) 493-494. [527] Cfr. Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 16: AAS 60 (1968) 491-492; Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 32: AAS 74 (1982) 118-120; Catechismo della Chiesa Cattolica, 2370.


(Lc 14, 7-14) Retto esercizio della libertà personale

[7] Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: [8] "Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te [9] e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. [10] Invece quando sei invitato, và a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. [11] Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato". [12] Disse poi a colui che l'aveva invitato: "Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. [13] Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; [14] e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti".

(CDS 137) Il retto esercizio della libertà personale esige precise condizioni di ordine economico, sociale, giuridico, politico e culturale che «troppo spesso sono misconosciute e violate. ...situazioni di accecamento e di ingiustizia gravano sulla vita morale ed inducono tanto i forti quanto i deboli nella tentazione di peccare contro la carità. Allontanandosi dalla legge morale, l'uomo attenta alla propria libertà, si fa schiavo di se stesso, spezza la fraternità coi suoi simili e si ribella contro la volontà divina» [259]. La liberazione dalle ingiustizie promuove la libertà e la dignità umana: tuttavia «occorre, anzitutto, fare appello alle capacità spirituali e morali della persona e all'esigenza permanente della conversione interiore, se si vogliono ottenere cambiamenti economici e sociali che siano veramente a servizio dell'uomo» [260].

Note: [259] Catechismo della Chiesa Cattolica, 1740. [260] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Libertatis conscientia, 75: AAS 79 (1987) 587.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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