Lc 19, 45-48

Lc 19, 45-48

(Caritas in Veritate 53e) Come la comunità familiare non annulla in sé le persone che la compongono e come la Chiesa stessa valorizza pienamente la “nuova creatura” (Gal 6,15; 2 Cor 5,17) che con il battesimo si inserisce nel suo Corpo vivo, così anche l'unità della famiglia umana non annulla in sé le persone, i popoli e le culture, ma li rende più trasparenti l'uno verso l'altro, maggiormente uniti nelle loro legittime diversità.

Persona umana: «principale risorsa» e «fattore decisivo»

(CDS 278) Nella considerazione dei rapporti tra lavoro e capitale, soprattutto di fronte alle imponenti trasformazioni dei nostri tempi, si deve ritenere che la «principale risorsa» e il «fattore decisivo» [599] in mano all'uomo è l'uomo stesso, e che «l'integrale sviluppo della persona umana nel lavoro non contraddice, ma piuttosto favorisce la maggiore produttività ed efficacia del lavoro stesso» [600]. Il mondo del lavoro, infatti, sta scoprendo sempre di più che il valore del «capitale umano» trova espressione nelle conoscenze dei lavoratori, nella loro disponibilità a tessere relazioni, nella creatività, nell'imprenditorialità di se stessi, nella capacità di affrontare consapevolmente il nuovo, di lavorare insieme e di saper perseguire obiettivi comuni. Si tratta di qualità prettamente personali, che appartengono al soggetto del lavoro più che agli aspetti oggettivi, tecnici, operativi del lavoro stesso. Tutto questo comporta una prospettiva nuova nei rapporti tra lavoro e capitale: si può affermare che, contrariamente a quanto accadeva nella vecchia organizzazione del lavoro dove il soggetto finiva per venire appiattito sull'oggetto, sulla macchina, al giorno d'oggi la dimensione soggettiva del lavoro tende ad essere più decisiva e importante di quella oggettiva.

Note: [599] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 32: AAS 83 (1991) 833. [600] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 43: AAS 83 (1991) 847.


(Lc 19, 45-48) Connotazione morale dell'economia

[45] Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori, [46] dicendo: "Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!". [47] Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo; [48] ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole.

(CDS 330) La dottrina sociale della Chiesa insiste sulla connotazione morale dell'economia. Pio XI, in una pagina dell'enciclica «Quadragesimo anno», affronta il rapporto tra l'economia e la morale: «Sebbene l'economia e la disciplina morale, ciascuna nel suo ambito, si appoggino sui princìpi propri, sarebbe errore affermare che l'ordine economico e l'ordine morale siano così disparati ed estranei l'uno all'altro, che il primo in nessun modo dipenda dal secondo. Certo, le leggi, che si dicono economiche, tratte dalla natura stessa delle cose e dall'indole dell'anima e del corpo umano, stabiliscono quali limiti nel campo economico il potere dell'uomo non possa e quali possa raggiungere, e con quali mezzi; e la stessa ragione, dalla natura delle cose e da quella individuale e sociale dell'uomo, chiaramente deduce quale sia il fine da Dio Creatore proposto a tutto l'ordine economico. Soltanto la legge morale è quella la quale, come ci intima di cercare nel complesso delle nostre azioni il fine supremo ed ultimo, così nei particolari generi di operosità ci dice di cercare quei fini speciali, che a quest'ordine di operazioni sono stati prefissi dalla natura, o meglio, da Dio, autore della natura, e di subordinare armonicamente questi fini particolari al fine supremo» [691].

Note: [691] Pio XI, Lett. enc. Quadragesimo anno: AAS 23 (1931) 190-191).

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.


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