Lc 21, 1-4

Luca 21

Lc 21, 1-4

(Caritas in Veritate 55d) Il discernimento circa il contributo delle culture e delle religioni si rende necessario per la costruzione della comunità sociale nel rispetto del bene comune soprattutto per chi esercita il potere politico. Tale discernimento dovrà basarsi sul criterio della carità e della verità. Siccome è in gioco lo sviluppo delle persone e dei popoli, esso terrà conto della possibilità di emancipazione e di inclusione nell'ottica di una comunità umana veramente universale. «Tutto l'uomo e tutti gli uomini» è criterio per valutare anche le culture e le religioni. Il Cristianesimo, religione del «Dio dal volto umano» [134], porta in se stesso un simile criterio.

[134] Benedetto XVI, Lett. enc. Spe salvi, 31: l.c., 1010; Id., Discorso ai partecipanti al IV Convegno Ecclesiale Nazionale delle Chiesa che è in Italia (19 ottobre 2006): l.c., 465-477.

Non sottrarre ai cittadini i tempi per il riposo e il culto divino

(CDS 286) Le autorità pubbliche hanno il dovere di vigilare affinché ai cittadini non sia sottratto, per motivi di produttività economica, un tempo destinato al riposo e al culto divino. I datori di lavoro hanno un obbligo analogo nei confronti dei loro dipendenti [616]. I cristiani si devono adoperare, nel rispetto della libertà religiosa e del bene comune di tutti, affinché le leggi riconoscano le domeniche e le altre solennità liturgiche come giorni festivi: «Spetta a loro offrire a tutti un esempio pubblico di preghiera, di rispetto e di gioia e difendere le loro tradizioni come un prezioso contributo alla vita spirituale della società umana» [617]. Ogni cristiano dovrà «evitare di imporre, senza necessità, ad altri ciò che impedirebbe loro di osservare il giorno del Signore» [618].

Note: [616] Cfr. Leone XIII, Lett. enc. Rerum novarum: Acta Leonis XIII, 11 (1892) 110. [617] Catechismo della Chiesa Cattolica, 2188. [618] Catechismo della Chiesa Cattolica, 2187.


(Lc 21, 1-4) Ha dato tutto quanto aveva per vivere

[1] Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. [2] Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli [3] e disse: "In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. [4] Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere".

(CDS 333) Per assumere un profilo morale, l'attività economica deve avere come soggetti tutti gli uomini e tutti i popoli. Tutti hanno il diritto di partecipare alla vita economica e il dovere di contribuire, secondo le proprie capacità, al progresso del proprio Paese e dell'intera famiglia umana [696]. Se, in qualche misura, tutti sono responsabili di tutti, ciascuno ha il dovere di impegnarsi per lo sviluppo economico di tutti [697]: è dovere di solidarietà e di giustizia, ma è anche la via migliore per far progredire l'intera umanità. Se vissuta moralmente, l'economia è dunque prestazione di un servizio reciproco, mediante la produzione di beni e servizi utili alla crescita di ognuno, e diventa opportunità per ogni uomo di vivere la solidarietà e la vocazione alla «comunione con gli altri uomini per cui Dio lo ha creato» [698]. Lo sforzo di concepire e realizzare progetti economico-sociali capaci di favorire una società più equa e un mondo più umano rappresenta una sfida aspra, ma anche un dovere stimolante, per tutti gli operatori economici e per i cultori delle scienze economiche [699].

Note: [696] Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 65: AAS 58 (1966) 1086-1087. [697] Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 32: AAS 80 (1988) 556-557. [698] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 41: AAS 83 (1991) 844. [699] Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2000, 15-16: AAS 92 (2000) 366-367.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.


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