Lc 22, 1-13

Luca 22

Lc 22, 1-13

(Caritas in Veritate 58a) Il principio di sussidiarietà va mantenuto strettamente connesso con il principio di solidarietà e viceversa, perché se la sussidiarietà senza la solidarietà scade nel particolarismo sociale, è altrettanto vero che la solidarietà senza la sussidiarietà scade nell'assistenzialismo che umilia il portatore di bisogno. Questa regola di carattere generale va tenuta in grande considerazione anche quando si affrontano le tematiche relative agli aiuti internazionali allo sviluppo. Essi, al di là delle intenzioni dei donatori, possono a volte mantenere un popolo in uno stato di dipendenza e perfino favorire situazioni di dominio locale e di sfruttamento all'interno del Paese aiutato.

Diritto al lavoro e libera auto-organizzazione della società

(CDS 293) Per la promozione del diritto al lavoro è importante, oggi come ai tempi della «Rerum novarum», che vi sia un «libero processo di auto-organizzazione della società» [632]. Significative testimonianze ed esempi di auto- organizzazione si possono rintracciare nelle numerose iniziative, imprenditoriali e sociali, caratterizzate da forme di partecipazione, di cooperazione e di autogestione, che rivelano la fusione di energie solidali. Esse si offrono al mercato come un variegato settore di attività lavorative che si distinguono per un'attenzione particolare nei confronti della componente relazionale dei beni prodotti e dei servizi erogati in molteplici ambiti: istruzione, tutela della salute, servizi sociali di base, cultura. Le iniziative del cosiddetto «terzo settore» costituiscono un'opportunità sempre più rilevante di sviluppo del lavoro e dell'economia.

Note: [632] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 16: AAS 83 (1991) 813.


(Lc 22, 1-13) La salvezza cristiana è liberazione integrale

[1] Si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua, [2] e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano come toglierlo di mezzo, poiché temevano il popolo. [3] Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei Dodici. [4] Ed egli andò a discutere con i sommi sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle loro mani. [5] Essi si rallegrarono e si accordarono di dargli del denaro. [6] Egli fu d'accordo e cercava l'occasione propizia per consegnarlo loro di nascosto dalla folla. [7] Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la vittima di Pasqua. [8] Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: "Andate a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare". [9] Gli chiesero: "Dove vuoi che la prepariamo?". [10] Ed egli rispose: "Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua. Seguitelo nella casa dove entrerà [11] e direte al padrone di casa: Il Maestro ti dice: Dov'è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli? [12] Egli vi mostrerà una sala al piano superiore, grande e addobbata; là preparate". [13] Essi andarono e trovarono tutto come aveva loro detto e prepararono la Pasqua.

(CDS 328) I beni, anche se legittimamente posseduti, mantengono sempre una destinazione universale; è immorale ogni forma di indebita accumulazione, perché in aperto contrasto con la destinazione universale assegnata da Dio Creatore a tutti i beni. La salvezza cristiana, infatti, è una liberazione integrale dell'uomo, liberazione dal bisogno, ma anche rispetto al possesso stesso: «L'attaccamento al denaro infatti è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede» (1 Tm 6,10). I Padri della Chiesa insistono sulla necessità della conversione e della trasformazione delle coscienze dei credenti, più che su esigenze di cambiamento delle strutture sociali e politiche del loro tempo, sollecitando chi svolge un'attività economica e possiede beni a considerarsi amministratore di quanto Dio gli ha affidato.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.


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