Lc 23, 34-43

Lc 23, 34-43

(Caritas in Veritate 61d) È doloroso constatare che ciò si svolge spesso con l'avallo dei governi locali, con il silenzio di quelli da cui provengono i turisti e con la complicità di tanti operatori del settore. Anche quando non si giunge a tanto, il turismo internazionale, non poche volte, è vissuto in modo consumistico ed edonistico, come evasione e con modalità organizzative tipiche dei Paesi di provenienza, così da non favorire un vero incontro tra persone e culture. Bisogna, allora, pensare a un turismo diverso, capace di promuovere una vera conoscenza reciproca, senza togliere spazio al riposo e al sano divertimento: un turismo di questo genere va incrementato, grazie anche ad un più stretto collegamento con le esperienze di cooperazione internazionale e di imprenditoria per lo sviluppo.

Sindacato: organizzare nel giusto ordine la vita economica

(CDS 307) Al sindacato, oltre alle funzioni difensive e rivendicative, competono sia una rappresentanza finalizzata ad «organizzare nel giusto ordine la vita economica» [671], sia l'educazione della coscienza sociale dei lavoratori, affinché essi si sentano parte attiva, secondo le capacità e le attitudini di ciascuno, in tutta l'opera dello sviluppo economico e sociale e della costruzione del bene comune universale. Il sindacato e le altre forme di associazionismo dei lavoratori devono assumersi una funzione di collaborazione con gli altri soggetti sociali ed interessarsi alla gestione della cosa pubblica. Le organizzazioni sindacali hanno il dovere di influenzare il potere politico, così da sensibilizzarlo debitamente ai problemi del lavoro e da impegnarlo a favorire la realizzazione dei diritti dei lavoratori. I sindacati, tuttavia, non hanno il carattere di «partiti politici» che lottano per il potere, e non devono neppure essere sottoposti alle decisioni dei partiti politici o avere con essi dei legami troppo stretti: «in una tale situazione essi perdono facilmente il contatto con ciò che è il loro compito specifico, che è quello di assicurare i giusti diritti degli uomini del lavoro nel quadro del bene comune dell'intera società, e diventano, invece, uno strumento per altri scopi» [672].

Note: [671] Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 68: AAS 58 (1966) 1090. [672] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens, 20: AAS 73 (1981) 631.


(Lc 23, 34-43) “Oggi sarai con me nel paradiso”

[34] Gesù diceva: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno". Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte. [35] Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: "Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto". [36] Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: [37] "Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso". [38] C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei. [39] Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!". [40] Ma l'altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? [41] Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male". [42] E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". [43] Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso".

(CDS 405) La Chiesa vede come un segno di speranza «la sempre più diffusa avversione dell'opinione pubblica alla pena di morte anche solo come strumento di “legittima difesa” sociale, in considerazione delle possibilità di cui dispone una moderna società di reprimere efficacemente il crimine in modi che, mentre rendono inoffensivo colui che l'ha commesso, non gli tolgono definitivamente la possibilità di redimersi» [833]. Seppure l'insegnamento tradizionale della Chiesa non escluda — supposto il pieno accertamento dell'identità e della responsabilità del colpevole — la pena di morte «quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani» [834], i metodi non cruenti di repressione e di punizione sono preferibili in quanto «meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e più conformi alla dignità della persona umana» [835]. Il crescente numero di Paesi che adottano provvedimenti per abolire la pena di morte o per sospenderne l'applicazione è anche una prova del fatto che i casi in cui è assolutamente necessario sopprimere il reo «sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti» [836]. La crescente avversione dell'opinione pubblica alla pena di morte e i vari provvedimenti in vista della sua abolizione, ovvero della sospensione della sua applicazione, costituiscono visibili manifestazioni di una maggiore sensibilità morale.

Note: [833] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, 27: AAS 87 (1995) 432. [834] Catechismo della Chiesa Cattolica, 2267. [835] Catechismo della Chiesa Cattolica, 2267. [836] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, 56: AAS 87 (1995) 464; cfr. anche Id., Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2001, 19: AAS 93 (2001) 244, dove il ricorso alla pena di morte è definito «tutt'altro che necessario».

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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