Gv 1, 43-51

Gv 1, 43-51

(Caritas in Veritate 66c) È utile inoltre favorire forme nuove di commercializzazione di prodotti provenienti da aree depresse del pianeta per garantire una retribuzione decente ai produttori, a condizione che si tratti veramente di un mercato trasparente, che i produttori non ricevano solo maggiori margini di guadagno, ma anche maggiore formazione, professionalità e tecnologia, e infine che non s'associno a simili esperienze di economia per lo sviluppo visioni ideologiche di parte. Un più incisivo ruolo dei consumatori, quando non vengano manipolati essi stessi da associazioni non veramente rappresentative, è auspicabile come fattore di democrazia economica.

Imprese: assumersi responsabilità nuove e maggiori

(CDS 342) L'impresa si muove oggi nel quadro di scenari economici di dimensioni sempre più ampie, all'interno dei quali gli Stati nazionali mostrano limiti nella capacità di governare i rapidi processi di mutamento che investono le relazioni economico-finanziarie internazionali; questa situazione induce le imprese ad assumersi responsabilità nuove e maggiori rispetto al passato. Mai come oggi il loro ruolo risulta determinante in vista di uno sviluppo autenticamente solidale e integrale dell'umanità ed è altrettanto decisivo, in questo senso, il loro livello di consapevolezza del fatto che «lo sviluppo o diventa comune a tutte le parti del mondo, o subisce un processo di retrocessione anche nelle zone segnate da un costante progresso. Fenomeno, questo, particolarmente indicativo della natura dell'autentico sviluppo: o vi partecipano tutte le Nazioni del mondo, o non sarà veramente tale» [717].

Note: [717] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 17: AAS 80 (1988) 532.


(Gv 1, 43-51) La rivelazione illumina la dignità e la libertà

[43] Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: "Seguimi". [44] Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. [45] Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret". [46] Natanaèle esclamò: "Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?". Filippo gli rispose: "Vieni e vedi". [47] Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". [48] Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico". [49] Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!". [50] Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!". [51] Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo".

(CDS 34) La rivelazione in Cristo del mistero di Dio come Amore trinitario è insieme la rivelazione della vocazione della persona umana all'amore. Tale rivelazione illumina la dignità e la libertà personale dell'uomo e della donna e l'intrinseca socialità umana in tutta la loro profondità: «Essere persona a immagine e somiglianza di Dio comporta ... un esistere in relazione, in rapporto all'altro “io”» [36], perché Dio stesso, uno e trino, è comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Nella comunione d'amore che è Dio, nel quale le tre Persone divine si amano reciprocamente e sono l'Unico Dio, la persona umana è chiamata a scoprire l'origine e la meta della sua esistenza e della storia. I Padri Conciliari, nella Costituzione pastorale «Gaudium et spes», insegnano che «il Signore Gesù, quando prega il Padre “perché tutti siano una cosa sola... come noi” (Gv 17,21-22), prospettando mete impervie alla ragione umana, accenna ad una certa similitudine tra l'unione delle persone divine e l'unione dei figli di Dio nella verità e nella carità. Questa similitudine manifesta che l'uomo, che è la sola creatura sulla terra che Dio abbia voluto per se stessa, non possa ritrovarsi pienamente se non nel dono sincero di sé (cfr. Lc 17,33)» [37].

Note: [36] Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mulieris dignitatem, 7: AAS 80 (1988) 1664. [37] Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 24: AAS 58 (1966) 1045.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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