Gv 3, 1-6

Giovanni 3°

Gv 3, 1-6

(Caritas in Veritate 68a) Il tema dello sviluppo dei popoli è legato intimamente a quello dello sviluppo di ogni singolo uomo. La persona umana per sua natura è dinamicamente protesa al proprio sviluppo. Non si tratta di uno sviluppo garantito da meccanismi naturali, perché ognuno di noi sa di essere in grado di compiere scelte libere e responsabili. Non si tratta nemmeno di uno sviluppo in balia del nostro capriccio, in quanto tutti sappiamo di essere dono e non risultato di autogenerazione. In noi la libertà è originariamente caratterizzata dal nostro essere e dai suoi limiti. Nessuno plasma la propria coscienza arbitrariamente, ma tutti costruiscono il proprio “io” sulla base di un “sé” che ci è stato dato. Non solo le altre persone sono indisponibili, ma anche noi lo siamo a noi stessi.

Mercato strumento insostituibile ma ancorato a finalità morali

(CDS 349) La dottrina sociale della Chiesa, pur riconoscendo al mercato la funzione di strumento insostituibile di regolazione all'interno del sistema economico, mette in evidenza la necessità di ancorarlo a finalità morali, che assicurino e, nello stesso tempo, circoscrivano adeguatamente lo spazio della sua autonomia [729]. L'idea che si possa affidare al solo mercato la fornitura di tutte le categorie di beni non è condivisibile, perché basata su una visione riduttiva della persona e della società [730]. Di fronte al concreto rischio di un'«idolatria» del mercato, la dottrina sociale della Chiesa ne sottolinea il limite, facilmente rilevabile nella sua constatata incapacità di soddisfare esigenze umane importanti, per le quali c'è bisogno di beni che, «per loro natura, non sono né possono essere semplici merci» [731], beni non negoziabili secondo la regola dello «scambio di equivalenti» e la logica del contratto, tipiche del mercato.

Note: [729] Cfr. Paolo VI, Lett. ap. Octogesima adveniens, 41: AAS 63 (1971) 429-430. [730] Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 34: AAS 83 (1991) 835-836. [731] Centesimus annus, 40: AAS 83 (1991) 843; cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2425.


(Gv 3, 1-6) Uomo divenuto partecipe in Gesù Cristo

[1] C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. [2] Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: "Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui". [3] Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio". [4] Gli disse Nicodèmo: "Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?". [5] Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. [6] Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito.

(CDS 58) La compiuta realizzazione della persona umana, attuata in Cristo grazie al dono dello Spirito, matura nella storia ed è mediata dalle relazioni della persona con le altre persone, relazioni che, a loro volta, raggiungono la loro perfezione grazie all'impegno teso a migliorare il mondo, nella giustizia e nella pace. L'agire umano nella storia è di per sé significativo ed efficace per l'instaurazione definitiva del Regno, anche se questo resta dono di Dio, pienamente trascendente. Tale agire, quando è rispettoso dell'ordine oggettivo della realtà temporale e illuminato dalla verità e dalla carità, diventa strumento per un'attuazione sempre più piena e integrale della giustizia e della pace e anticipa nel presente il Regno promesso. Conformandosi a Cristo Redentore, l'uomo si percepisce come creatura voluta da Dio e da Lui eternamente scelta, chiamata alla grazia e alla gloria, in tutta la pienezza del mistero di cui è divenuta partecipe in Gesù Cristo [69]. La conformazione a Cristo e la contemplazione del Suo Volto [70] infondono nel cristiano un insopprimibile anelito ad anticipare in questo mondo, nell'ambito delle relazioni umane, ciò che sarà realtà nel definitivo, adoperandosi per dar da mangiare, da bere, da vestire, una casa, la cura, l'accoglienza e la compagnia al Signore che bussa alla porta (cfr. Mt 25, 35-37).

Note: [69] Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis, 13: AAS 71 (1979) 283-284. [70] Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. ap. Novo millennio ineunte, 16-28: AAS 93 (2001) 276-285.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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