Gv 10, 22-33

Gv 10, 22-33

(Caritas in Veritate 3a) Per questo stretto collegamento con la verità, la carità può essere riconosciuta come espressione autentica di umanità e come elemento di fondamentale importanza nelle relazioni umane, anche di natura pubblica. Solo nella verità la carità risplende e può essere autenticamente vissuta. La verità è luce che dà senso e valore alla carità. Questa luce è, a un tempo, quella della ragione e della fede, attraverso cui l'intelligenza perviene alla verità naturale e soprannaturale della carità: ne coglie il significato di donazione, di accoglienza e di comunione.

Tutela dell'ambiente dovere comune e universale

(CDS 466a) La tutela dell'ambiente costituisce una sfida per l'umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo [979], destinato a tutti, impedendo che si possa fare «impunemente uso delle diverse categorie di esseri, viventi o inanimati – animali, piante, elementi naturali – come si vuole, a seconda delle proprie esigenze» [980]. È una responsabilità che deve maturare in base alla globalità della presente crisi ecologica e alla conseguente necessità di affrontarla globalmente, in quanto tutti gli esseri dipendono gli uni dagli altri nell'ordine universale stabilito dal Creatore: «occorre tener conto della natura di ciascun essere e della sua mutua connessione in un sistema ordinato, ch'è appunto il cosmo» [981].

Note: [979] Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 40: AAS 83 (1991) 843. [980] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 34: AAS 80 (1988) 559. [981] Sollicitudo rei socialis, 34: AAS 80 (1988) 559.


(Gv 10, 22-33) Io e il Padre siamo una cosa sola

[22] Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d'inverno. [23] Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone. [24] Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: "Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente". [25] Gesù rispose loro: "Ve l'ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; [26] ma voi non credete, perché non siete mie pecore. [27] Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. [28] Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. [29] Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. [30] Io e il Padre siamo una cosa sola". [31] I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. [32] Gesù rispose loro: "Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?". [33] Gli risposero i Giudei: "Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio".

(CDS 58) La compiuta realizzazione della persona umana, attuata in Cristo grazie al dono dello Spirito, matura nella storia ed è mediata dalle relazioni della persona con le altre persone, relazioni che, a loro volta, raggiungono la loro perfezione grazie all'impegno teso a migliorare il mondo, nella giustizia e nella pace. L'agire umano nella storia è di per sé significativo ed efficace per l'instaurazione definitiva del Regno, anche se questo resta dono di Dio, pienamente trascendente. Tale agire, quando è rispettoso dell'ordine oggettivo della realtà temporale e illuminato dalla verità e dalla carità, diventa strumento per un'attuazione sempre più piena e integrale della giustizia e della pace e anticipa nel presente il Regno promesso. Conformandosi a Cristo Redentore, l'uomo si percepisce come creatura voluta da Dio e da Lui eternamente scelta, chiamata alla grazia e alla gloria, in tutta la pienezza del mistero di cui è divenuta partecipe in Gesù Cristo [69]. La conformazione a Cristo e la contemplazione del Suo Volto [70] infondono nel cristiano un insopprimibile anelito ad anticipare in questo mondo, nell'ambito delle relazioni umane, ciò che sarà realtà nel definitivo, adoperandosi per dar da mangiare, da bere, da vestire, una casa, la cura, l'accoglienza e la compagnia al Signore che bussa alla porta (cfr. Mt 25, 35-37).

Note: [69] Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis, 13: AAS 71 (1979) 283-284. [70] Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. ap. Novo millennio ineunte, 16-28: AAS 93 (2001) 276-285.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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