Gv 10, 34-42

Gv 10, 34-42

(Caritas in Veritate 3b) Senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo. L'amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente. È il fatale rischio dell'amore in una cultura senza verità. Esso è preda delle emozioni e delle opinioni contingenti dei soggetti, una parola abusata e distorta, fino a significare il contrario. La verità libera la carità dalle strettoie di un emotivismo che la priva di contenuti relazionali e sociali, e di un fideismo che la priva di respiro umano ed universale. Nella verità la carità riflette la dimensione personale e nello stesso tempo pubblica della fede nel Dio biblico, che è insieme «Agápe» e «Lógos»: Carità e Verità, Amore e Parola.

Valore ambientale della biodiversità

(CDS 466b) Questa prospettiva riveste una particolare importanza quando si considera, nel contesto degli stretti legami che uniscono tra loro i vari ecosistemi, il valore ambientale della biodiversità, che va trattata con senso di responsabilità e adeguatamente protetta, perché costituisce una straordinaria ricchezza per l'intera umanità. A questo proposito, ognuno può facilmente avvertire, per esempio, l'importanza della regione amazzonica, «uno degli spazi più apprezzati del mondo per la sua diversità biologica, che lo rende vitale per l'equilibrio ambientale di tutto il pianeta» [982]. Le foreste contribuiscono a mantenere essenziali equilibri naturali indispensabili alla vita [983]. La loro distruzione, anche tramite sconsiderati incendi dolosi, accelera i processi di desertificazione con rischiose conseguenze per le riserve di acqua e compromette la vita di molti popoli indigeni e il benessere delle future generazioni. Tutti, individui e soggetti istituzionali, devono sentirsi impegnati a proteggere il patrimonio forestale e, dove necessario, promuovere adeguati programmi di riforestazione.

Note: [982] Giovanni Paolo II, Esort. ap. Ecclesia in America, 25: AAS 91 (1999) 760. [983] Giovanni Paolo II, Omelia in Val Visdende nella festa votiva di San Giovanni Gualberto (12 luglio 1987): Insegnamenti di Giovanni Paolo II, X, 3 (1987) 67.


(Gv 10, 34-42) Il Padre è in me e io nel Padre

[34] Rispose loro Gesù: "Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei? [35] Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), [36] a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? [37] Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; [38] ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre". [39] Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani. [40] Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò. [41] Molti andarono da lui e dicevano: "Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero". [42] E in quel luogo molti credettero in lui.

(CDS 142) La legge naturale, che è legge di Dio, non può essere cancellata dalla malvagità umana [274]. Essa pone il fondamento morale indispensabile per edificare la comunità degli uomini e per elaborare la legge civile, che trae le conseguenze di natura concreta e contingente dai principi della legge naturale [275]. Se si oscura la percezione dell'universalità della legge morale naturale, non si può edificare una reale e duratura comunione con l'altro, perché, quando manca una convergenza verso la verità e il bene, «in maniera imputabile o no, i nostri atti feriscono la comunione delle persone, con pregiudizio di ciascuno» [276]. Solo una libertà radicata nella comune natura, infatti, può rendere tutti gli uomini responsabili ed è in grado di giustificare la morale pubblica. Chi si autoproclama misura unica delle cose e della verità non può convivere pacificamente e collaborare con i propri simili [277].

Note: [274] Cfr. Sant'Agostino, Confessiones, 2, 4, 9: PL 32, 678: «Furtum certe punit lex tua, Domine, et lex scripta in cordibus hominum, quam ne ipsa quidem delet iniquitas». [275] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1959. [276] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Veritatis splendor, 51: AAS 85 (1993) 1175. [277] Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, 19-20: AAS 87 (1995) 421-424.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.


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