Gv 12, 37-43

Gv 12, 37-43

(Caritas in Veritate 7c) Ogni cristiano è chiamato a questa carità, nel modo della sua vocazione e secondo le sue possibilità d'incidenza nella pólis. È questa la via istituzionale — possiamo anche dire politica — della carità, non meno qualificata e incisiva di quanto lo sia la carità che incontra il prossimo direttamente, fuori delle mediazioni istituzionali della pólis. Quando la carità lo anima, l'impegno per il bene comune ha una valenza superiore a quella dell'impegno soltanto secolare e politico. Come ogni impegno per la giustizia, esso s'inscrive in quella testimonianza della carità divina che, operando nel tempo, prepara l'eterno.

Organismi nazionali deputati alla protezione del bene comune

(CDS 476) La solidarietà comporta anche un richiamo alla responsabilità che hanno i Paesi in via di sviluppo e in particolare, le loro autorità politiche, di promuovere una politica commerciale favorevole ai loro popoli e l'interscambio di tecnologie atte a migliorarne le condizioni alimentari e sanitarie. In tali Paesi deve crescere l'investimento nella ricerca, con speciale attenzione alle caratteristiche e alle necessità particolari del proprio territorio e della propria popolazione, soprattutto tenendo presente che alcune ricerche nel campo delle biotecnologie, potenzialmente benefiche, richiedono investimenti relativamente modesti. A tal fine sarebbe utile la creazione di Organismi nazionali deputati alla protezione del bene comune mediante un'accorta gestione dei rischi.


(Gv 12, 37-43) Amavano la gloria degli uomini

[37] Sebbene avesse compiuto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui; [38] perché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia: Signore, chi ha creduto alla nostra parola? E il braccio del Signore a chi è stato rivelato? [39] E non potevano credere, per il fatto che Isaia aveva detto ancora: [40] Ha reso ciechi i loro occhi e ha indurito il loro cuore, perché non vedano con gli occhi e non comprendano con il cuore, e si convertano e io li guarisca! [41] Questo disse Isaia quando vide la sua gloria e parlò di lui. [42] Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma non lo riconoscevano apertamente a causa dei farisei, per non essere espulsi dalla sinagoga; [43] amavano infatti la gloria degli uomini più della gloria di Dio.

(CDS 33) Il comandamento dell'amore reciproco, che costituisce la legge di vita del popolo di Dio [32], deve ispirare, purificare ed elevare tutti i rapporti umani nella vita sociale e politica: «Umanità significa chiamata alla comunione interpersonale», [33] perché l'immagine e somiglianza del Dio trinitario sono la radice di «tutto “l'ethos” umano ... il cui vertice è il comandamento dell'amore» [34]. Il fenomeno culturale, sociale, economico e politico odierno dell'interdipendenza, che intensifica e rende particolarmente evidenti i vincoli che uniscono la famiglia umana, mette in risalto una volta di più, alla luce della Rivelazione, «un nuovo modello di unità del genere umano, al quale deve ispirarsi, in ultima istanza, la solidarietà. Questo supremo modello di unità, riflesso della vita intima di Dio, uno in tre Persone, è ciò che noi cristiani designiamo con la parola “comunione”» [35].

Note: [32] Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 9: AAS 57 (1965) 12-14. [33] Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mulieris dignitatem, 7: AAS 80 (1988) 1666. [34] Lett. ap. Mulieris dignitatem, 7: AAS 80 (1988) 1665-1666. [35] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 40: AAS 80 (1988) 569.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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