Gv 13, 12-17

Gv 13, 12-17

(Caritas in Veritate 8b) È la verità originaria dell'amore di Dio, grazia a noi donata, che apre la nostra vita al dono e rende possibile sperare in uno «sviluppo di tutto l'uomo e di tutti gli uomini» [8], in un passaggio «da condizioni meno umane a condizioni più umane» [9], ottenuto vincendo le difficoltà che inevitabilmente si incontrano lungo il cammino. A oltre quarant'anni dalla pubblicazione dell'Enciclica, intendo rendere omaggio e tributare onore alla memoria del grande Pontefice Paolo VI, riprendendo i suoi insegnamenti sullo sviluppo umano integrale e collocandomi nel percorso da essi tracciato, per attualizzarli nell'ora presente.

[8] Pacem in terris, 42: l.c., 278. [9] Ibid., 20: l.c., 267.

Potenzialità vantaggi e rischi connessi all'uso delle biotecnologie

(CDS 479) I politici, i legislatori e i pubblici amministratori hanno la responsabilità di valutare le potenzialità, i vantaggi e gli eventuali rischi connessi all'uso delle biotecnologie. Non è auspicabile che le loro decisioni, a livello nazionale o internazionale, vengano dettate da pressioni provenienti da interessi di parte. Le autorità pubbliche devono favorire anche una corretta informazione dell'opinione pubblica e saper prendere comunque le decisioni più convenienti per il bene comune.


(Gv 13, 12-17) Io Signore e Maestro vi ho lavato i piedi

[12] Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto? [13] Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. [14] Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. [15] Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. [16] In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. [17] Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.

(CDS 380) La sottomissione, non passiva, ma per ragioni di coscienza (cfr. Rm 13,5), al potere costituito risponde all'ordine stabilito da Dio. San Paolo definisce i rapporti e i doveri dei cristiani verso le autorità (cfr. Rm 13,1- 7). Insiste sul dovere civico di pagare i tributi: «Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse, le tasse; a chi il timore, il timore; a chi il rispetto, il rispetto» (Rm 13,7). L'Apostolo non intende certo legittimare ogni potere, quanto piuttosto aiutare i cristiani a «compiere il bene davanti a tutti gli uomini» (Rm 12,17), anche nei rapporti con l'autorità, in quanto essa è al servizio di Dio per il bene della persona (cfr. Rm 13,4; 1 Tm 2,1-2; Tt 3,1) e «per la giusta condanna di chi opera il male» (Rm 13,4). San Pietro esorta i cristiani a stare «sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore» (1 Pt 2,13). Il re e i suoi governatori hanno il compito di «punire i malfattori e premiare i buoni» (1 Pt 2,14). La loro autorità deve essere «onorata» (cfr. 1 Pt 2,17), cioè riconosciuta, perché Dio esige un comportamento retto, che chiuda «la bocca all'ignoranza degli stolti» (1 Pt 2,15). La libertà non può essere usata per coprire la propria malizia, ma per servire Dio (cfr. ib.). Si tratta allora di un'obbedienza libera e responsabile ad un'autorità che fa rispettare la giustizia, assicurando il bene comune.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.


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