Gv 14, 27-31

Gv 14, 27-31

(Caritas in Veritate 11a) La pubblicazione della Populorum progressio avvenne immediatamente dopo la conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II. La stessa Enciclica segnala, nei primi paragrafi, il suo intimo rapporto con il Concilio [14]. Giovanni Paolo II, vent'anni dopo, nella Sollicitudo rei socialis, sottolineava, a sua volta, il fecondo rapporto di quella Enciclica con il Concilio e, in particolare, con la Costituzione pastorale Gaudium et spes [15]. Anch'io desidero ricordare qui l'importanza del Concilio Vaticano II per l'Enciclica di Paolo VI e per tutto il successivo Magistero sociale dei Sommi Pontefici.

[14] Cfr nn. 3-5: l.c., 258-260. [15] Cfr Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis (30 dicembre 1987): 6-7: AAS 80 (1988), 517-519.

Tra i rispettivi popoli regni non il timore ma l'amore

(CDS 499) Gli Stati non sempre dispongono degli strumenti adeguati per provvedere efficacemente alla propria difesa: da qui la necessità e l'importanza delle Organizzazioni internazionali e regionali, che devono essere in grado di collaborare per far fronte ai conflitti e favorire la pace, instaurando relazioni di fiducia reciproca capaci di rendere impensabile il ricorso alla guerra [1047]: «È lecito... sperare che gli uomini, incontrandosi e negoziando, abbiano a scoprire meglio i vincoli che li legano, provenienti dalla loro comune umanità, e abbiano pure a scoprire che una fra le più profonde esigenze della loro comune umanità è che tra essi e tra i rispettivi popoli regni non il timore, ma l'amore: il quale tende ad esprimersi nella collaborazione leale, multiforme, apportatrice di molti beni» [1048].

Note: [1047] Cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 288-289. [1048] Pacem in terris: AAS 55 (1963) 291.


(Gv 14, 27-31) Vi lascio la pace, vi do la mia pace

[27] Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. [28] Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. [29] Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. [30] Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, [31] ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui".

(CDS 33) Il comandamento dell'amore reciproco, che costituisce la legge di vita del popolo di Dio [32], deve ispirare, purificare ed elevare tutti i rapporti umani nella vita sociale e politica: «Umanità significa chiamata alla comunione interpersonale», [33] perché l'immagine e somiglianza del Dio trinitario sono la radice di «tutto “l'ethos” umano ... il cui vertice è il comandamento dell'amore» [34]. Il fenomeno culturale, sociale, economico e politico odierno dell'interdipendenza, che intensifica e rende particolarmente evidenti i vincoli che uniscono la famiglia umana, mette in risalto una volta di più, alla luce della Rivelazione, «un nuovo modello di unità del genere umano, al quale deve ispirarsi, in ultima istanza, la solidarietà. Questo supremo modello di unità, riflesso della vita intima di Dio, uno in tre Persone, è ciò che noi cristiani designiamo con la parola “comunione”» [35].

Note: [32] Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 9: AAS 57 (1965) 12-14. [33] Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mulieris dignitatem, 7: AAS 80 (1988) 1666. [34] Mulieris dignitatem, 7: AAS 80 (1988) 1665-1666. [35] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 40: AAS 80 (1988) 569.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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