Gv 17, 14-26

Gv 17, 14-26

(Caritas in Veritate 12b) È giusto rilevare le peculiarità dell'una o dell'altra Enciclica, dell'insegnamento dell'uno o dell'altro Pontefice, mai però perdendo di vista la coerenza dell'intero corpus dottrinale [21]. Coerenza non significa chiusura in un sistema, quanto piuttosto fedeltà dinamica a una luce ricevuta. La dottrina sociale della Chiesa illumina con una luce che non muta i problemi sempre nuovi che emergono [22]. Ciò salvaguarda il carattere sia permanente che storico di questo «patrimonio» dottrinale [23] che, con le sue specifiche caratteristiche, fa parte della Tradizione sempre vitale della Chiesa [24].

[21] Cfr ibid.,1: l.c., 513-514. [22] Cfr ibid., 3: l.c., 515. [23] Cfr Giovanni Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens (14 settembre 1981, 3: AAS 73 (1981), 583-584. [24] Cfr Id., Lett. enc. Centesimus annus, 3: l.c., 794-796.

La corsa agli armamenti non assicura la pace

(CDS 508b) Il Magistero, inoltre, ha espresso una valutazione morale del fenomeno della deterrenza: «L'accumulo delle armi sembra a molti un modo paradossale di dissuadere dalla guerra eventuali avversari. Costoro vedono in esso il più efficace dei mezzi atti ad assicurare la pace tra le nazioni. Riguardo a tale mezzo di dissuasione vanno fatte severe riserve morali. La corsa agli armamenti non assicura la pace. Lungi dall'eliminare le cause di guerra, rischia di aggravarle» [1070]. Le politiche di deterrenza nucleare, tipiche del periodo della cosiddetta Guerra Fredda, devono essere sostituite con concrete misure di disarmo, basate sul dialogo e sul negoziato multilaterale.

Note: [1070] Catechismo della Chiesa Cattolica, 2315.


(Gv 17, 14-26) Consacrali nella verità

[14] Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. [15] Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. [16] Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. [17] Consacrali nella verità. La tua parola è verità. [18] Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; [19] per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità. [20] Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; [21] perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. [22] E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. [23] Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. [24] Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. [25] Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. [26] E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro".

(CDS 432) Il messaggio cristiano offre una visione universale della vita degli uomini e dei popoli sulla terra [874], che fa comprendere l'unità della famiglia umana [875]. Tale unità non va costruita con la forza delle armi, del terrore o del sopruso, ma è piuttosto l'esito di quel «supremo modello di unità, riflesso della vita intima di Dio, uno in tre Persone, ... che noi cristiani designiamo con la parola “comunione”» [876], e una conquista della forza morale e culturale della libertà [877]. Il messaggio cristiano è stato decisivo per far capire all'umanità che i popoli tendono ad unirsi non solo in ragione di forme di organizzazione, di vicende politiche, di progetti economici o in nome di un internazionalismo astratto e ideologico, ma perché liberamente si orientano verso la cooperazione, consapevoli «di essere membra vive di una comunità mondiale» [878]. La comunità mondiale deve proporsi sempre più e sempre meglio come figura concreta dell'unità voluta dal Creatore: «L'unità della famiglia umana è esistita in ogni tempo, giacché essa ha come membri gli esseri umani che sono tutti uguali per dignità naturale. Di conseguenza esisterà sempre l'esigenza obiettiva all'attuazione, in grado sufficiente, del bene comune universale, e cioè del bene comune dell'intera famiglia umana» [879].

Note: [874] Cfr. Pio XII, Discorso ai Giuristi Cattolici sulle Comunità di Stati e di popoli (6 dicembre 1953), 2: AAS 45 (1953), 795. [875] Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 42: AAS 58 (1966) 1060-1061. [876] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 40: AAS 80 (1988) 569. [877] Cfr. Giovanni Paolo II, Discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la celebrazione del 50º di fondazione (5 ottobre 1995), 12: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVIII, 2 (1995) 739. [878] Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 296. [879] Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 292.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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