Gv 18, 1-11

Giovanni 18

Gv 18, 1-11

(Caritas in Veritate 12c) La dottrina sociale è costruita sopra il fondamento trasmesso dagli Apostoli ai Padri della Chiesa e poi accolto e approfondito dai grandi Dottori cristiani. Tale dottrina si rifà in definitiva all'Uomo nuovo, all'«ultimo Adamo che divenne spirito datore di vita» (1 Cor 15,45) e che è principio della carità che «non avrà mai fine» (1 Cor 13,8). È testimoniata dai Santi e da quanti hanno dato la vita per Cristo Salvatore nel campo della giustizia e della pace. In essa si esprime il compito profetico dei Sommi Pontefici di guidare apostolicamente la Chiesa di Cristo e di discernere le nuove esigenze dell'evangelizzazione. Per queste ragioni, la Populorum progressio, inserita nella grande corrente della Tradizione, è in grado di parlare ancora a noi, oggi.

Le armi di distruzione di massa

(CDS 509) Le armi di distruzione di massa — biologiche, chimiche e nucleari — rappresentano una minaccia particolarmente grave; coloro che le possiedono hanno una responsabilità enorme davanti a Dio e all'umanità intera [1071]. Il principio della non-proliferazione delle armi nucleari, insieme alle misure per il disarmo nucleare, come anche il divieto di test nucleari, sono obiettivi tra loro strettamente legati, che devono essere raggiunti nel più breve tempo tramite controlli efficaci a livello internazionale [1072]. Il divieto di sviluppo, di produzione, di accumulo e di impiego delle armi chimiche e biologiche, nonché i provvedimenti che ne impongono la distruzione, completano il quadro normativo internazionale per mettere al bando tali armi nefaste [1073], il cui uso è esplicitamente riprovato dal Magistero: «Ogni azione bellica che indiscriminatamente mira alla distruzione di intere città o di vaste regioni con i loro abitanti è un crimine contro Dio e contro l'uomo, che deve essere condannato con fermezza e senza esitazione» [1074].

Note: [1071] Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 80: AAS 58 (1966) 1104; Catechismo della Chiesa Cattolica, 2314; Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1986, 2: AAS 78 (1986) 280. [1072] Cfr. Giovanni Paolo II, Discorso al Corpo Diplomatico (13 gennaio 1996), 7: AAS 88 (1996) 767-768. [1073] La Santa Sede ha voluto diventare parte degli strumenti giuridici relativi alle armi nucleari, biologiche e chimiche per sostenere le iniziative della Comunità internazionale in tal senso. [1074] Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 80: AAS 58 (1966) 1104.


(Gv 18, 1-11) Rimetti la tua spada nel fodero

[1] Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli. [2] Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli. [3] Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi. [4] Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: "Chi cercate?". [5] Gli risposero: "Gesù, il Nazareno". Disse loro Gesù: "Sono io!". Vi era là con loro anche Giuda, il traditore. [6] Appena disse "Sono io", indietreggiarono e caddero a terra. [7] Domandò loro di nuovo: "Chi cercate?". Risposero: "Gesù, il Nazareno". [8] Gesù replicò: "Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano". [9] Perché s'adempisse la parola che egli aveva detto: "Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato". [10] Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. [11] Gesù allora disse a Pietro: "Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?".

(CDS 496) La violenza non costituisce mai una risposta giusta. La Chiesa proclama, con la convinzione della sua fede in Cristo e con la consapevolezza della sua missione, «che la violenza è male, che la violenza come soluzione ai problemi è inaccettabile, che la violenza è indegna dell'uomo. La violenza è una menzogna, poiché è contraria alla verità della nostra fede, alla verità della nostra umanità. La violenza distrugge ciò che sostiene di difendere: la dignità, la vita, la libertà degli esseri umani» [1029]. Anche il mondo attuale ha bisogno della testimonianza di profeti non armati, purtroppo oggetto di scherno in ogni epoca [1030]: «Coloro che, per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, rinunciano all'azione violenta e cruenta e ricorrono a mezzi di difesa che sono alla portata dei più deboli, rendono testimonianza alla carità evangelica, purché ciò si faccia senza pregiudizio per i diritti e i doveri degli altri uomini e delle società. Essi legittimamente attestano la gravità dei rischi fisici e morali del ricorso alla violenza, che causa rovine e morti» [1031].

Note: [1029] Giovanni Paolo II, Discorso presso Drogheda, Irlanda (29 settembre 1979), 9: AAS 71 (1979) 1081; cfr. Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 37: AAS 68 (1976) 29. [1030] Cfr. Giovanni Paolo II, Discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze (12 novembre 1983), 5: AAS 76 (1984) 398-399. [1031] Catechismo della Chiesa Cattolica, 2306.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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