Gv 19, 17-24

Gv 19, 17-24

(Caritas in Veritate 15a) Altri due documenti di Paolo VI non strettamente connessi con la dottrina sociale — l’Enciclica Humanae vitae del 25 luglio 1968, e l'Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, dell'8 dicembre 1975 — sono molto importanti per delineare il senso pienamente umano dello sviluppo proposto dalla Chiesa. È quindi opportuno leggere anche questi testi in relazione con la Populorum progressio. L'Enciclica Humanae Vitae sottolinea il significato insieme unitivo e procreativo della sessualità, ponendo così a fondamento della società la coppia degli sposi, uomo e donna, che si accolgono reciprocamente nella distinzione e nella complementarità; una coppia, dunque, aperta alla vita [27].

[27] Cfr nn. 8-9: AAS 60 (1968), 485-487; Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al Convegno Internazionale organizzato nel 40° anniversario della “Humanae vitae” (10 maggio 2008): Insegnamenti IV, 1 (2008), 753-756.

Analizzare le motivazioni soggiacenti agli attacchi terroristici

(CDS 514b) La collaborazione internazionale contro l'attività terroristica «non può esaurirsi soltanto in operazioni repressive e punitive. È essenziale che il pur necessario ricorso alla forza sia accompagnato da una coraggiosa e lucida analisi delle motivazioni soggiacenti agli attacchi terroristici» [1083]. È necessario anche un particolare impegno sul piano «politico e pedagogico» [1084] per risolvere, con coraggio e determinazione, i problemi che, in alcune drammatiche situazioni, possono alimentare il terrorismo: «Il reclutamento dei terroristi, infatti, è più facile nei contesti sociali in cui si semina l'odio, i diritti vengono conculcati e le situazioni di ingiustizia troppo a lungo tollerate» [1085].

Note: [1083] Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2004, 8: AAS 96 (2004) 119. [1084] (Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2004, 8: AAS 96 (2004) 119. [1085] Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2002, 5: AAS 94 (2002) 134.


(Gv 19, 17-24) Crocifissero Gesù e con lui altri due

[17] Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, [18] dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo. [19] Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei". [20] Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. [21] I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: "Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei". [22] Rispose Pilato: "Ciò che ho scritto, ho scritto". [23] I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. [24] Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte. E i soldati fecero proprio così.

(CDS 398) L'autorità deve emanare leggi giuste, cioè conformi alla dignità della persona umana e ai dettami della retta ragione: «La legge umana in tanto è tale in quanto è conforme alla retta ragione e quindi deriva dalla legge eterna. Quando invece una legge è in contrasto con la ragione, la si denomina legge iniqua; in tal caso però cessa di essere legge e diviene piuttosto un atto di violenza» [816]. L'autorità che comanda secondo ragione pone il cittadino in rapporto non tanto di sudditanza rispetto a un altro uomo, quanto piuttosto di obbedienza all'ordine morale e, quindi, a Dio stesso che ne è la fonte ultima [817]. Chi rifiuta obbedienza all'autorità che agisce secondo l'ordine morale «si oppone all'ordine stabilito da Dio» (Rm 13,2) [818]. Analogamente l'autorità pubblica, che ha il suo fondamento nella natura umana e appartiene all'ordine prestabilito da Dio [819], qualora non si adoperi per realizzare il bene comune, disattende il suo fine proprio e perciò stesso si delegittima.

Note: [816] San Tommaso D'aquino, Summa theologiae, I-II, q. 93, a. 3, ad 2um: Ed Leon. 7, 164: «Lex humana intantum habet rationem legis, inquantum est secundum rationem rectam: et secundum hoc manifestum est quod a lege aeterna derivatur. Inquantum vero a ratione recedit, sic dicitur lex iniqua: et sic non habet rationem legis, sed magis violentiae cuiusdam». [817] Cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 270. [818] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1899-1900. [819] Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 74: AAS 58 (1966) 1095-1097; Catechismo della Chiesa Cattolica, 1901.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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