Gaudium et spes n. 2 e commento CCC


n. 2 - A chi si rivolge il Concilio

Al popolo di Dio e a tutti gli uomini

[GS 2a] Per questo il Concilio Vaticano II, avendo penetrato più a fondo il mistero della Chiesa, non esita ora a rivolgere la sua parola non più ai soli figli della Chiesa e a tutti coloro che invocano il nome di Cristo, ma a tutti gli uomini. A tutti vuol esporre come esso intende la presenza e l'azione della Chiesa nel mondo contemporaneo.

(CCC 782) Il popolo di Dio presenta caratteristiche che lo distinguono nettamente da tutti i raggruppamenti religiosi, etnici, politici o culturali della storia: - È il popolo di Dio: Dio non appartiene in proprio ad alcun popolo. Ma egli da coloro che un tempo erano non-popolo ha acquistato un popolo: “la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa” (1Pt 2,9). - Si diviene membri di questo popolo non per la nascita fisica, ma per la “nascita dall'alto”, “dall'acqua e dallo Spirito” (Gv 3,3-5), cioè mediante la fede in Cristo e il Battesimo. - Questo popolo ha per Capo Gesù Cristo [Unto, Messia]: poiché la medesima Unzione, lo Spirito Santo, scorre dal Capo al Corpo, esso è “il popolo messianico”. - “Questo popolo ha per condizione la dignità e la libertà dei figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo Spirito Santo come nel suo tempio” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 9]. - “Ha per legge il nuovo precetto di amare come lo stesso Cristo ci ha amati” [Lumen gentium, 9; cf. Gv 13,34]. È la legge “nuova” dello Spirito Santo [Rm 8,2; Gal 5,25]. - Ha per missione di essere il sale della terra e la luce del mondo [Mt 5,13-16]. “Costituisce per tutta l'umanità un germe validissimo di unità, di speranza e di salvezza” [Lumen gentium, 9]. - “E, da ultimo, ha per fine il Regno di Dio, incominciato in terra dallo stesso Dio, e che deve essere ulteriormente dilatato, finché alla fine dei secoli sia da lui portato a compimento” [Lumen gentium, 9].

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