Gaudium et spes n. 3 e commento CCC


n. 3 - A servizio dell'uomo

Nel mondo rendere testimonianza alla verità

[GS 3d] Nessuna ambizione terrena spinge la Chiesa; essa mira a questo solo: continuare, sotto la guida dello Spirito consolatore, l'opera stessa di Cristo, il quale è venuto nel mondo a rendere testimonianza alla verità (2), a salvare e non a condannare, a servire e non ad essere servito (3).

2) Cf. Gv 18,37. 3) Cf. Gv 3,17; Mt 20,28; Mc 10,45.

(CCC 2471) [Gesù] Davanti a Pilato Cristo proclama di essere “venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità” [Gv 18,37]. Il cristiano non deve vergognarsi “della testimonianza da rendere al Signore” (2Tm 1,8). Nelle situazioni in cui si richiede che si testimoni la fede, il cristiano ha il dovere di professarla senza equivoci, come ha fatto san Paolo davanti ai suoi giudici. Il credente deve “conservare una coscienza irreprensibile davanti a Dio e davanti agli uomini” (At 24,16). (CCC 2472) Il dovere dei cristiani di prendere parte alla vita della Chiesa li spinge ad agire come testimoni del Vangelo e degli obblighi che ne derivano. Tale testimonianza è trasmissione della fede in parole e opere. La testimonianza è un atto di giustizia che comprova o fa conoscere la verità [Mt 18,16]: “Tutti i cristiani, dovunque vivono, sono tenuti a manifestare con l'esempio della vita e con la testimonianza della parola l'uomo nuovo, che hanno rivestito col Battesimo, e la forza dello Spirito Santo, dal quale sono stati rinvigoriti con la Confermazione” [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 11].

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