Gaudium et spes n. 5 e commento CCC


n. 5 - Profonde mutazioni.

Singoli uomini: difficile seguire il movimento della storia

[GS 5c] Il movimento stesso della storia diventa così rapido, da poter difficilmente esser seguito dai singoli uomini. Unico diventa il destino della umana società o senza diversificarsi più in tante storie separate. Così il genere umano passa da una concezione piuttosto statica dell'ordine delle cose, a una concezione più dinamica ed evolutiva. Ciò favorisce il sorgere di un formidabile complesso di nuovi problemi, che stimola ad analisi e a sintesi nuove.

(CCC 450) Fin dall'inizio della storia cristiana, l'affermazione della signoria di Gesù sul mondo e sulla storia [Ap 11,15] comporta anche il riconoscimento che l'uomo non deve sottomettere la propria libertà personale, in modo assoluto, ad alcun potere terreno, ma soltanto a Dio Padre e al Signore Gesù Cristo: Cesare non è “il Signore” [Mc 12,17; At 5,29]. La Chiesa “crede di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 10; 45]. (CCC 212) Lungo i secoli, la fede d'Israele ha potuto sviluppare ed approfondire le ricchezze contenute nella rivelazione del nome divino. Dio è unico, fuori di lui non ci sono dei [Is 44,6]. Egli trascende il mondo e la storia. È lui che ha fatto il cielo e la terra: “essi periranno, ma tu rimani, tutti si logorano come veste […] ma tu resti lo stesso e i tuoi anni non hanno fine” (Sal 102,27-28). In lui “non c'è variazione né ombra di cambiamento” (Gc 1,17). Egli è “colui che è” da sempre e per sempre, e perciò resta sempre fedele a se stesso ed alle sue promesse. (CCC 314) Noi crediamo fermamente che Dio è Signore del mondo e della storia. Ma le vie della sua provvidenza spesso ci rimangono sconosciute. Solo alla fine, quando avrà termine la nostra conoscenza imperfetta e vedremo Dio “a faccia a faccia” (1Cor 13,12), conosceremo pienamente le vie lungo le quali, anche attraverso i drammi del male e del peccato, Dio avrà condotto la sua creazione fino al riposo di quel Sabato [Gn 2,2] definitivo, in vista del quale ha creato il cielo e la terra.

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