Gv 20, 24-31

Gv 20, 24-31

(Caritas in Veritate 17a) La vocazione è un appello che richiede una risposta libera e responsabile. Lo sviluppo umano integrale suppone la libertà responsabile della persona e dei popoli: nessuna struttura può garantire tale sviluppo al di fuori e al di sopra della responsabilità umana. I «messianismi carichi di promesse, ma fabbricatori di illusioni» [38] fondano sempre le proprie proposte sulla negazione della dimensione trascendente dello sviluppo, nella sicurezza di averlo tutto a propria disposizione. Questa falsa sicurezza si tramuta in debolezza, perché comporta l'asservimento dell'uomo ridotto a mezzo per lo sviluppo, mentre l'umiltà di chi accoglie una vocazione si trasforma in vera autonomia, perché rende libera la persona. Paolo VI non ha dubbi che ostacoli e condizionamenti frenino lo sviluppo, ma è anche certo che «ciascuno rimane, qualunque siano le influenze che si esercitano su di lui, l'artefice della sua riuscita o del suo fallimento» [39].

[38] Ibid., 11: l.c., 262; cfr Giovanni Paolo II, Centesimus annus, 25: l.c, 822-824. [39] Populorum progressio, 15: l.c., 265.

La Chiesa impegna tutto il popolo di Dio nella sua missione

(CDS 538) La Chiesa, nello svolgere la sua missione, impegna tutto il popolo di Dio. Nelle sue varie articolazioni e in ciascuno dei suoi membri, secondo i doni e le forme di esercizio propri di ogni vocazione, il popolo di Dio deve corrispondere al dovere di annunciare e testimoniare il Vangelo (cfr. 1 Cor 9,16), con la consapevolezza che «la missione riguarda tutti i cristiani» [1136]. Anche l'opera pastorale in ambito sociale è destinata a tutti i cristiani, chiamati a diventare soggetti attivi nella testimonianza della dottrina sociale e ad inserirsi pienamente nella consolidata tradizione di «operosità feconda di milioni e milioni di uomini, che, stimolati dal Magistero sociale, si sono sforzati di ispirarsi ad esso in ordine al proprio impegno nel mondo» [1137]. I cristiani di oggi, agendo individualmente, o variamente coordinati in gruppi, associazioni e movimenti, devono sapersi proporre come «un grande movimento per la difesa della persona umana e la tutela della sua dignità» [1138].

Note: [1136] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 2: AAS 83 (1991) 250. [1137] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 3: AAS 83 (1991) 795. [1138] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 3: AAS 83 (1991) 796.


(Gv 20, 24-31) Beati quelli che non avendo visto crederanno

[24] Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. [25] Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò". [27] Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!". [28] Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". [29] Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!". [30] Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. [31] Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

(CDS 545) I fedeli laici sono chiamati a coltivare un'autentica spiritualità laicale, che li rigeneri come uomini e donne nuovi, immersi nel mistero di Dio e inseriti nella società, santi e santificatori. Una simile spiritualità edifica il mondo secondo lo Spirito di Gesù: rende capaci di guardare oltre la storia, senza allontanarsene; di coltivare un amore appassionato per Dio, senza distogliere lo sguardo dai fratelli, che si riescono anzi a vedere come li vede il Signore e ad amare come Lui li ama. È una spiritualità che rifugge sia lo spiritualismo intimista sia l'attivismo sociale e sa esprimersi in una sintesi vitale che conferisce unità, significato e speranza all'esistenza, per tante e varie ragioni contraddittoria e frammentata. Animati da tale spiritualità, i fedeli laici possono contribuire, «come un fermento alla santificazione del mondo quasi dall'interno, adempiendo i compiti loro propri guidati da spirito evangelico, e così... manifestare Cristo agli altri prima di tutto con la testimonianza della propria vita» [1144].

Note: [1144] Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 31: AAS 57 (1965) 37-38.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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