Gaudium et spes n. 10 e commento CCC
10. Gli interrogativi più profondi del genere umano.
Molti i lontani dalla chiara percezione del dramma umano
[n. 10b] Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla
quale provengono anche tante e così gravi discordie nella società. Molti, è
vero, la cui vita è impregnata di materialismo pratico, sono lungi dall'avere
una chiara percezione di questo dramma; oppure, oppressi dalla miseria, non
hanno modo di rifletterci. Altri, in gran numero, credono di trovare la loro
tranquillità nelle diverse spiegazioni del mondo che sono loro proposte. Alcuni
poi dai soli sforzi umani attendono una vera e piena liberazione dell'umanità,
e sono persuasi che il futuro regno dell'uomo sulla terra appagherà tutti i
desideri del suo cuore. Né manca chi, disperando di dare uno scopo alla vita,
loda l'audacia di quanti, stimando l'esistenza umana vuota in se stessa di
significato, si sforzano di darne una spiegazione completa mediante la loro
sola ispirazione.
(CCC 385) Dio è infinitamente
buono e tutte le sue opere sono buone. Tuttavia nessuno sfugge all'esperienza
della sofferenza, dei mali presenti nella natura - che appaiono legati ai
limiti propri delle creature - e soprattutto al problema del male morale. Da
dove viene il male? “Quaerebam unde malum et non erat exitus - Mi chiedevo
donde il male, e non sapevo darmi risposta”, dice sant'Agostino [Sant'Agostino,
Confessiones, 7, 7, 11: PL 32,
739], e la sua sofferta ricerca non troverà sbocco che nella conversione al Dio
vivente. Infatti “il mistero dell'iniquità” (2Ts 2,7)
si illumina soltanto alla luce del mistero della pietà (1Tm 3,16). La
rivelazione dell'amore divino in Cristo ha manifestato ad un tempo l'estensione
del male e la sovrabbondanza della grazia [Rm 5,20]. Dobbiamo, dunque,
affrontare la questione dell'origine del male, tenendo fisso lo sguardo della
nostra fede su colui che, solo, ne è il vincitore [Lc 11,21-22; Gv 16,11; 1Gv
3,8]. (CCC 388) Col progresso della Rivelazione viene chiarita anche la realtà
del peccato. Sebbene il Popolo di Dio dell'Antico Testamento abbia in qualche
modo conosciuto la condizione umana alla luce della storia della caduta narrata
dalla Genesi, non era però in grado di comprendere il significato ultimo di
tale storia, significato che si manifesta appieno soltanto alla luce della
morte e della Risurrezione di Gesù Cristo [Rm 5,12-21]. Bisogna conoscere
Cristo come sorgente della grazia per conoscere Adamo come sorgente del
peccato. È lo Spirito Paraclito, mandato da Cristo risorto, che è venuto a
convincere “il mondo quanto al peccato” (Gv 16,8), rivelando colui che del
peccato è il Redentore.