Gaudium et spes n. 17 e commento CCC
17. Grandezza della libertà.
Vera libertà nell’uomo: segno privilegiato d'immagine divina
[n. 17a] Ma l'uomo può volgersi al bene soltanto nella
libertà. I nostri contemporanei stimano grandemente e perseguono con ardore
tale libertà, e a ragione. Spesso però la coltivano in modo sbagliato quasi sia
lecito tutto quel che piace, compreso il male. La vera libertà, invece, è
nell'uomo un segno privilegiato dell'immagine divina. Dio volle, infatti,
lasciare l'uomo « in mano al suo consiglio » (20) che cerchi spontaneamente il
suo Creatore e giunga liberamente, aderendo a lui, alla piena e beata
perfezione.
Note: (20) Cf. Sir 15,14.
(CCC 33) L'uomo: con la sua apertura alla verità e alla bellezza, con il suo
senso del bene morale, con la sua libertà e la voce della coscienza, con la sua
aspirazione all'infinito e alla felicità, l'uomo si interroga sull'esistenza di
Dio. In queste aperture egli percepisce segni della propria anima spirituale.
“Germe dell'eternità che porta in sé, irriducibile alla sola materia” [Conc.
Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 18;
14], la sua anima non può avere la propria origine che in Dio solo. (CCC
1734) La libertà rende l'uomo responsabile
dei suoi atti, nella misura in cui sono volontari. Il progresso nella virtù, la
conoscenza del bene e l'ascesi accrescono il dominio della volontà sui propri
atti. (CCC 1738) La libertà si esercita nei rapporti tra gli esseri umani. Ogni
persona umana, creata ad immagine di Dio, ha il diritto naturale di essere
riconosciuta come un essere libero e responsabile. Tutti hanno verso ciascuno
il dovere di questo rispetto. Il diritto
all'esercizio della libertà è un'esigenza inseparabile dalla dignità della
persona umana, particolarmente in campo morale e religioso [Conc. Ecum. Vat.
II, Dignitatis humanae, 2]. Tale
diritto deve essere civilmente riconosciuto e tutelato nei limiti del bene
comune e dell'ordine pubblico [Dignitatis
humanae, 7].