Gaudium et spes n. 21 e commento CCC
21. Atteggiamento della Chiesa di fronte all'ateismo
Scoprire le ragioni della negazione di Dio
[n. 21 a] La Chiesa, fedele ai suoi doveri verso Dio e
verso gli uomini, non può fare a meno di riprovare, come ha fatto in passato
(24), con tutta fermezza e con dolore, quelle dottrine e quelle azioni funeste
che contrastano con la ragione e con l'esperienza comune degli uomini e che
degradano l'uomo dalla sua innata grandezza. Si sforza tuttavia di scoprire le
ragioni della negazione di Dio che si nascondono nella mente degli atei e,
consapevole della gravità delle questioni suscitate dall'ateismo, mossa dal suo
amore verso tutti gli uomini, ritiene che esse debbano meritare un esame più
serio e più profondo.
Note: (24) Cf. PIO XI, Encicl. Divini
Redemptoris, 19 marzo 1937: AAS 29 (1937), pp. 65-106 [in parte Dz 3771-74];
PIO XII, Encicl. Ad Apostolorum Principis,
29 giugno 1958: AAS 50 (1958), pp. 601-614; GIOVANNI XXIII, Encicl. Mater et Magistra, 15 maggio 1961: AAS
53 (1961), pp. 451-453; PAOLO VI, Encicl. Ecclesiam
Suam, 6 ag. 1964: AAS 56 (1964), pp. 651-653.
(CCC 2127) L'agnosticismo assume parecchie forme. In certi
casi l'agnostico si rifiuta di negare Dio; ammette invece l'esistenza di un
essere trascendente che non potrebbe rivelarsi e di cui nessuno sarebbe in
grado di dire niente. In altri casi l'agnostico non si pronuncia sull'esistenza
di Dio, dichiarando che è impossibile provarla, così come è impossibile
ammetterla o negarla. (CCC 2128) L'agnosticismo può talvolta racchiudere una
certa ricerca di Dio, ma può anche costituire un indifferentismo, una fuga
davanti al problema ultimo dell'esistenza e un torpore della coscienza morale.
Troppo spesso l'agnosticimo equivale a un ateismo pratico.