Gaudium et spes n. 23 e commento CCC
23. Che cosa intende il Concilio.
Vero progresso: rispetto della dignità spirituale delle persone
[n. 23b] Tuttavia il fraterno dialogo tra gli uomini non
trova il suo compimento in tale progresso, ma più profondamente nella comunità
delle persone, e questa esige un reciproco rispetto della loro piena dignità
spirituale.
(CCC 1906) Per bene comune si deve intendere “l'insieme di
quelle condizioni della vita sociale che permettono ai gruppi, come ai singoli
membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente”
[Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes,
26; 74]. Il bene comune interessa la vita di tutti. Esige la prudenza da parte
di ciascuno e più ancora da parte di coloro che esercitano l'ufficio
dell'autorità. Esso comporta tre elementi
essenziali: (CCC 1907) In primo luogo, esso suppone il rispetto della persona in quanto tale. In nome del bene comune, i
pubblici poteri sono tenuti a rispettare i diritti fondamentali ed inalienabili
della persona umana. La società ha il dovere di permettere a ciascuno dei suoi
membri di realizzare la propria vocazione. In particolare, il bene comune
consiste nelle condizioni d'esercizio delle libertà naturali che sono indispensabili
al pieno sviluppo della vocazione umana: tali il diritto “alla possibilità di
agire secondo il retto dettato della propria coscienza, alla salvaguardia della
vita privata e alla giusta libertà anche in campo religioso” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 26].