Gaudium et spes n. 25 e commento CCC
25. Interdipendenza della persona e della umana società.
Persona umana: principio soggetto e fine di tutte le istituzioni
[n. 25a] Dal carattere sociale dell'uomo appare evidente
come il perfezionamento della persona umana e lo sviluppo della stessa società
siano tra loro interdipendenti. Infatti, la persona umana, che di natura sua ha
assolutamente bisogno d'una vita sociale, è e deve essere principio, soggetto e
fine di tutte le istituzioni sociali (45). Poiché la vita sociale non è
qualcosa di esterno all'uomo, l'uomo cresce in tutte le sue capacità e può
rispondere alla sua vocazione attraverso i rapporti con gli altri, la
reciprocità dei servizi e il dialogo con i fratelli.
Note: (45)
Cf. S. TOMMASO, I Ethic., Lez. 1.
(CCC 1929) La giustizia sociale non si può ottenere se non
nel rispetto della dignità trascendente dell'uomo. La persona rappresenta il
fine ultimo della società, la quale è ad essa ordinata: “La difesa e la
promozione della dignità della persona umana ci sono state affidate dal
Creatore; di essa sono rigorosamente e responsabilmente debitori gli uomini e
le donne in ogni congiuntura della storia” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 47]. (CCC 1930)
Il rispetto della persona umana implica il rispetto dei diritti che
scaturiscono dalla sua dignità di creatura. Questi diritti sono anteriori alla
società e ad essa si impongono. Essi sono il fondamento della legittimità
morale di ogni autorità: una società che li irrida o rifiuti di riconoscerli
nella propria legislazione positiva, mina la propria legittimità morale
[Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in
terris, 61]. Se manca tale rispetto, un'autorità non può che appoggiarsi
sulla forza o sulla violenza per ottenere l'obbedienza dei propri sudditi. E'
compito della Chiesa richiamare alla memoria degli uomini di buona volontà
questi diritti e distinguerli dalle rivendicazioni abusive o false.