Gaudium et spes n. 26 e commento CCC
26. Promuovere il bene comune.
Bene comune: diritti e doveri riguardanti il genere umano
[n. 26a] Dall'interdipendenza sempre più stretta e piano
piano estesa al mondo intero deriva che il bene comune - cioè l'insieme di
quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai
singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più
speditamente - oggi vieppiù diventa universale, investendo diritti e doveri che
riguardano l'intero genere umano. Pertanto ogni gruppo deve tener conto dei
bisogni e delle legittime aspirazioni degli altri gruppi, anzi del bene comune
dell'intera famiglia umana (47).
Note: (47) Cf. GIOVANNI XXIII, Encicl. Mater
et Magistra: AAS 53 (1961), p. 417.
(CCC 1906) Per bene comune si deve intendere “l'insieme di
quelle condizioni della vita sociale che permettono ai gruppi, come ai singoli
membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente”
[Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes,
26; 74]. Il bene comune interessa la vita di tutti. Esige la prudenza da parte
di ciascuno e più ancora da parte di coloro che esercitano l'ufficio
dell'autorità. Esso comporta tre elementi
essenziali: (CCC 1907) In primo luogo, esso suppone il rispetto della persona in quanto tale. In nome del bene comune, i
pubblici poteri sono tenuti a rispettare i diritti fondamentali ed inalienabili
della persona umana. La società ha il dovere di permettere a ciascuno dei suoi
membri di realizzare la propria vocazione. In particolare, il bene comune
consiste nelle condizioni d'esercizio delle libertà naturali che sono
indispensabili al pieno sviluppo della vocazione umana: tali il diritto “alla
possibilità di agire secondo il retto dettato della propria coscienza, alla
salvaguardia della vita privata e alla giusta libertà anche in campo religioso”
[Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes,
26]. (CCC 1912) Il bene comune è sempre orientato verso il progresso delle
persone: “Nell'ordinare le cose ci si deve adeguare all'ordine delle persone e
non il contrario” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium
et spes, 26]. Tale ordine ha come fondamento la verità, si edifica nella
giustizia, è vivificato dall'amore.