Gaudium et spes n. 27 e commento CCC
27. Rispetto della persona umana.
Azioni vergognose che guastano la civiltà e disonorano: prostituzione, mercato delle donne e dei giovani
[n. 27c10] [Sono certamente vergognose, guastano la
civiltà umana, disonorano coloro che così si comportano più ancora che quelli
che le subiscono e ledono grandemente l'onore del Creatore] la prostituzione,
il mercato
delle donne e dei giovani,
(CCC 2262) Nel discorso della
montagna il Signore richiama il precetto: “Non uccidere” (Mt 5,21); vi aggiunge
la proibizione dell'ira, dell'odio, della vendetta. Ancora di più: Cristo
chiede al suo discepolo di porgere l'altra guancia [Mt 5,22-39], di amare i propri
nemici [Mt 5,44]. Egli stesso non si è difeso e ha ingiunto a Pietro di
rimettere la spada nel fodero [Mt 26,52]. (CCC 2355) La prostituzione offende la dignità della persona che si prostituisce,
ridotta al piacere venereo che procura. Colui che paga pecca gravemente contro
se stesso: viola la castità, alla quale lo impegna il Battesimo e macchia il
suo corpo, tempio dello Spirito Santo [1Cor 6,15-20]. La prostituzione
costituisce una piaga sociale. Normalmente colpisce donne, ma anche uomini,
bambini o adolescenti (in questi due ultimi casi il peccato è, al tempo stesso,
anche uno scandalo). Il darsi alla prostituzione è sempre gravemente
peccaminoso, tuttavia l'imputabilità della colpa può essere attenuata dalla
miseria, dal ricatto e dalla pressione sociale. (CCC 2356) Lo stupro indica l'entrata per effrazione,
con violenza, nell'intimità sessuale di una persona. Esso viola la giustizia e
la carità. Lo stupro lede profondamente il diritto di ciascuno al rispetto,
alla libertà, all'integrità fisica e morale. Arreca un grave danno, che può
segnare la vittima per tutta la vita. E' sempre un atto intrinsecamente
cattivo. Ancora più grave è lo stupro commesso da parte di parenti stretti
(incesto) o di educatori ai danni degli allievi che sono loro affidati.