Gaudium et spes n. 30 e commento CCC
30. Occorre superare l'etica individualistica.
Nessuno sia disattento al corso delle cose e intorpidito dall'inerzia
[n. 30a1] La profonda e rapida trasformazione delle cose
esige, con più urgenza, che non vi sia alcuno che, non prestando attenzione al
corso delle cose e intorpidito dall'inerzia, si contenti di un'etica puramente
individualistica.
(CCC 1890) Esiste una certa somiglianza tra l'unità delle
persone divine e la fraternità che gli uomini devono instaurare tra loro. (CCC 1891)
Per svilupparsi in conformità alla propria natura, la persona umana ha bisogno
della vita sociale. Certe società, quali la famiglia e la comunità civica, sono
più immediatamente rispondenti alla natura dell'uomo. (CCC 1892) “Principio,
soggetto e fine di tutte le istituzioni sociali è e deve essere la persona
umana” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et
spes, 25]. (CCC 1893) Si deve incoraggiare una larga partecipazione ad
associazioni ed istituzioni d'elezione. (CCC 1894) Secondo il principio di
sussidiarietà, né lo Stato né alcuna società più grande devono sostituirsi
all'iniziativa e alla responsabilità delle persone e dei corpi intermedi. (CCC 1895)
La società deve agevolare l'esercizio delle virtù, non ostacolarlo. Una giusta
gerarchia dei valori deve ispirarla. (CCC 1896) Là dove il peccato perverte il
clima sociale, occorre far appello alla conversione dei cuori e alla grazia di
Dio. La carità stimola a giuste riforme. Non c'è soluzione alla questione
sociale al di fuori del Vangelo [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 5].