34. Il valore dell'attività umana.
Le vittorie dell'umanità sono segno della grandezza di Dio
[n. 34d] I cristiani, dunque, non si sognano nemmeno di
contrapporre i prodotti dell'ingegno e del coraggio dell'uomo alla potenza di
Dio, quasi che la creatura razionale sia rivale del Creatore; al contrario,
sono persuasi piuttosto che le vittorie dell'umanità sono segno della grandezza
di Dio e frutto del suo ineffabile disegno. Ma quanto più cresce la potenza
degli uomini, tanto più si estende e si allarga la loro responsabilità, sia
individuale che collettiva.
(CCC 2428) Nel lavoro la persona
esercita e attualizza una parte delle capacità iscritte nella sua natura. Il
valore primario del lavoro riguarda l'uomo stesso, che ne è l'autore e il
destinatario. Il lavoro è per l'uomo, e non l'uomo per il lavoro [Giovanni
Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens,
6]. Ciascuno deve poter trarre dal lavoro i mezzi di sostentamento per la
propria vita e per quella dei suoi familiari, e servire la comunità umana. (CCC
2429) Ciascuno ha il diritto di
iniziativa economica; ciascuno userà legittimamente i propri talenti per
concorrere a un'abbondanza di cui tutti possano godere, e per raccogliere dai
propri sforzi i giusti frutti. Procurerà di conformarsi agli ordinamenti
emanati dalle legittime autorità in vista del bene comune [Giovanni Paolo II,
Lett. enc. Centesimus annus, 32;
34].