Gaudium et spes n. 29 e commento CCC
29. Fondamentale uguaglianza di tutti gli uomini e giustizia sociale.
L’uguale dignità delle persone richiede condizioni di vita più umane e giuste
[n. 29e] In più, benché tra gli uomini vi siano giuste
diversità, la uguale dignità delle persone richiede che si giunga a condizioni
di vita più umane e giuste. Infatti le disuguaglianze economiche e sociali
eccessive tra membri e tra popoli dell'unica famiglia umana, suscitano scandalo
e sono contrarie alla giustizia sociale, all'equità, alla dignità della persona
umana, nonché alla pace sociale e internazionale.
(CCC 910) “I laici […]
possono anche sentirsi chiamati o essere chiamati a collaborare con i loro Pastori
nel servizio della comunità ecclesiale, per la crescita e la vitalità della
medesima, esercitando ministeri diversissimi, secondo la grazia e i carismi che
il Signore vorrà loro dispensare” [Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 73]. (CCC 1885) Il principio di sussidiarietà
si oppone a tutte le forme di collettivismo. Esso precisa i limiti
dell'intervento dello Stato. Mira ad armonizzare i rapporti tra gli individui e
le società. Tende ad instaurare un autentico ordine internazionale. (CCC 1886)
La società è indispensabile alla realizzazione della vocazione umana. Per
raggiungere questo fine è necessario che sia rispettata la giusta gerarchia dei
valori che “subordini le dimensioni materiali e istintive a quelle interiori e
spirituali” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus
annus, 36]: “La convivenza umana deve essere considerata anzitutto come un
fatto spirituale: quale comunicazione di conoscenze nella luce del vero;
esercizio di diritti e adempimento di doveri; impulso e richiamo al bene
morale; come nobile comune godimento del bello in tutte le sue legittime
espressioni; permanente disposizione ad effondere gli uni negli altri il meglio
di se stessi; anelito ad una mutua e sempre più ricca assimilazione di valori
spirituali: valori nei quali trovano la loro perenne vivificazione e il loro
orientamento di fondo le espressioni culturali, il mondo economico, le
istituzioni sociali, i movimenti e i regimi politici, gli ordinamenti giuridici
e tutti gli altri elementi esteriori, in cui si articola e si esprime la
convivenza nel suo evolversi incessante” [Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris, 36]. (CCC 1888)
Occorre, quindi, far leva sulle capacità spirituali e morali della persona e
sull'esigenza permanente della sua conversione
interiore, per ottenere cambiamenti sociali che siano realmente a suo
servizio. La priorità riconosciuta alla conversione del cuore non elimina
affatto, anzi impone l'obbligo di apportare alle istituzioni e alle condizioni
di vita, quando esse provochino il peccato, i risanamenti opportuni, perché si
conformino alle norme della giustizia e favoriscano il bene anziché ostacolarlo
[Conc. Ecum. Vat. II, Lumen Gentium,
36].