Gaudium et spes n. 29 e commento CCC
29. Fondamentale uguaglianza di tutti gli uomini e giustizia sociale.
Le istituzioni si accordino con le realtà spirituali più alte di tutte
[n. 29g] Anzi, queste istituzioni si debbono a poco a
poco accordare con le realtà spirituali, le più alte di tutte, anche se talora
occorra un tempo piuttosto lungo per giungere al fine desiderato.
(CCC 1869) Così il peccato rende gli uomini complici gli uni
degli altri e fa regnare tra di loro la concupiscenza, la violenza e
l'ingiustizia. I peccati sono all'origine di situazioni sociali e di
istituzioni contrarie alla Bontà divina. Le “strutture di peccato” sono
l'espressione e l'effetto dei peccati personali. Inducono le loro vittime a
commettere, a loro volta, il male. In un senso analogico esse costituiscono un
“peccato sociale” [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 16]. (CCC 408)
Le conseguenze del peccato originale e di tutti i peccati personali degli
uomini conferiscono al mondo nel suo insieme una condizione peccaminosa, che
può essere definita con l'espressione di san Giovanni: “il peccato del mondo”
(Gv 1,29). Con questa espressione viene anche significata l'influenza negativa
esercitata sulle persone dalle situazioni comunitarie e dalle strutture sociali
che sono frutto dei peccati degli uomini [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 16]. (CCC
409) La drammatica condizione del mondo che “giace”
tutto “sotto il potere del maligno” (1Gv 5,19; cf. 1Pt 5,8) fa della vita dell'uomo
una lotta: “Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta
tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta incominciata fin dall'origine
del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno. Inserito
in questa battaglia, l'uomo deve combattere senza soste per poter restare unito
al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi
fatiche, con l'aiuto della grazia di Dio [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 37].