Gaudium et spes n. 32 e commento CCC
32. Il Verbo incarnato e la solidarietà umana.
Vita sociale: trae origine anzitutto dalle relazioni familiari
[n. 32d] Santificò le relazioni umane, innanzitutto quelle
familiari, dalle quali trae origine la vita sociale. Si sottomise
volontariamente alle leggi della sua patria. Volle condurre la vita di un
artigiano del suo tempo e della sua regione.
(CCC 531) Durante la maggior parte
della sua vita, Gesù ha condiviso la condizione della stragrande maggioranza
degli uomini: un'esistenza quotidiana senza apparente grandezza, vita di lavoro
manuale, vita religiosa giudaica sottomessa alla Legge di Dio [Gal 4,4], vita
nella comunità. Riguardo a tutto questo periodo ci è rivelato che Gesù era
sottomesso [Lc 2,51] ai suoi genitori e che “cresceva in sapienza, età e grazia
davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2,52). (CCC 533)
La vita nascosta di Nazareth permette ad ogni uomo di essere in comunione con
Gesù nelle vie più ordinarie della vita quotidiana: Nazareth è la scuola dove
si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo. […] In
primo luogo essa ci insegna il silenzio.
Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile e
indispensabile del lo spirito […]. Essa ci insegna il modo di vivere in famiglia. Nazareth ci ricordi cos'è la
famiglia, cos'è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il
suo carattere sacro e inviolabile […]. Infine impariamo una lezione di lavoro. Oh! dimora di Nazareth,
casa del “Figlio del falegname”! Qui soprattutto desideriamo comprendere e
celebrare la legge, severa certo, ma redentrice della fatica umana […]. Infine
vogliamo salutare gli operai di tutto il mondo e mostrar loro il grande modello,
il loro divino fratello [Paolo VI, Omelia
nella basilica dell’Annunciazione della beata Vergine Maria a Nazareth (5
gennaio 1964)]. (CCC 532) Nella sottomissione
di Gesù a sua Madre e al suo padre legale si realizza l'osservanza perfetta del
quarto comandamento. Tale sottomissione è l'immagine nel tempo della obbedienza
filiale al suo Padre celeste. La quotidiana sottomissione di Gesù a Giuseppe e
a Maria annunziava e anticipava la sottomissione del Giovedì Santo: “Non […] la
mia volontà…” (Lc 22,42). L'obbedienza di Cristo nel quotidiano della vita
nascosta inaugurava già l'opera di restaurazione di ciò che la disobbedienza di
Adamo aveva distrutto [Rm 5,19].