Gaudium et spes n. 32 e commento CCC


32. Il Verbo incarnato e la solidarietà umana.  

Figli di Dio: obbligo di trattarsi trattarsi vicendevolmente come fratelli 

[n. 32e] Nella sua predicazione ha chiaramente affermato che i figli di Dio hanno l'obbligo di trattarsi vicendevolmente come fratelli. Nella sua preghiera chiese che tutti i suoi discepoli fossero una «cosa sola». Anzi egli stesso si offrì per tutti fino alla morte, lui il redentore di tutti. «Nessuno ha maggior amore di chi sacrifica la propria vita per i suoi amici» (Gv 15,13).
(CCC 2212) Il quarto comandamento illumina le altre relazioni nella società. Nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle, vediamo i figli dei nostri genitori; nei nostri cugini, i discendenti dei nostri avi; nei nostri concittadini, i figli della nostra patria; nei battezzati, i figli della Chiesa, nostra madre; in ogni persona umana, un figlio o una figlia di colui che vuole essere chiamato “Padre nostro”. Conseguentemente, le nostre relazioni con il prossimo sono di carattere personale. Il prossimo non è un “individuo” della collettività umana; è “qualcuno” che, per le sue origini conosciute, merita un'attenzione e un rispetto singolari. (CCC 2213) Le comunità umane sono composte di persone. Il loro buon governo non si limita alla garanzia dei diritti e all'osservanza dei doveri, come pure al rispetto dei contratti. Giuste relazioni tra imprenditori e dipendenti, governanti e cittadini presuppongono la naturale benevolenza conforme alla dignità delle persone umane, cui stanno a cuore la giustizia e la fraternità. (CCC 2793) I battezzati non possono pregare il Padre “nostro” senza portare davanti a lui tutti coloro per i quali egli ha dato il Figlio suo diletto. L'amore di Dio è senza frontiere, anche la nostra preghiera deve esserlo [Conc. Ecum. Vat. II, Nostra aetate, 5]. Pregare il Padre “nostro” ci apre alle dimensioni del suo amore, manifestato in Cristo: pregare con e per tutti gli uomini che ancora non lo conoscono, affinché siano riuniti in unità [Gv 11,52]. Questa sollecitudine divina per tutti gli uomini e per l'intera creazione ha animato tutti i grandi oranti: deve dilatare la nostra preghiera agli spazi immensi dell'amore, quando osiamo dire: Padre “nostro”.   

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