Gaudium et spes n. 32 e commento CCC
32. Il Verbo incarnato e la solidarietà umana.
Questa solidarietà dovrà sempre essere accresciuta
[n. 32h] Questa solidarietà dovrà sempre essere
accresciuta, fino a quel giorno in cui sarà consumata; in quel giorno gli
uomini, salvati dalla grazia, renderanno gloria perfetta a Dio, come famiglia
amata da Dio e da Cristo, loro fratello.
(CCC 770) La Chiesa è nella
storia, ma nello stesso tempo la trascende. È unicamente “con gli occhi della
fede” [Catechismo Romano, 1, 10, 20]
che si può scorgere nella sua realtà visibile una realtà contemporaneamente
spirituale, portatrice di vita divina. (CCC 772)
È nella Chiesa che Cristo compie e rivela il suo proprio mistero come il fine
del disegno di Dio: “ricapitolare in Cristo tutte le cose” (Ef 1,10). San Paolo
chiama “mistero grande” (Ef 5,32) l'unione sponsale di Cristo con la Chiesa.
Poiché la Chiesa è unita a Cristo come al suo Sposo [Ef 5,25-27], diventa essa
stessa a sua volta mistero [Ef 3,9-11]. Contemplando in essa il mistero, san
Paolo scrive: “Cristo in voi, speranza della gloria” (Col 1,27). (CCC 773) Nella Chiesa tale comunione degli uomini
con Dio mediante la carità che “non avrà mai fine” (1Cor 13,8) è lo scopo cui
tende tutto ciò che in essa è mezzo sacramentale, legato a questo mondo
destinato a passare [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 48]. “La sua struttura è completamente ordinata alla santità delle
membra di Cristo. E la santità si misura secondo il "grande mistero",
nel quale la Sposa risponde col dono dell'amore al dono dello Sposo” [Giovanni
Paolo II, Lett. ap. Mulieris dignitatem,
27]. Maria precede tutti noi sulla via verso la santità che è il mistero della
Chiesa in quanto Sposa senza macchia né ruga (Ef 5,27). Per questo motivo “la
dimensione mariana della Chiesa precede la sua dimensione petrina” [Mulieris dignitatem, 27].