Gaudium et spes n. 37 e commento CCC
37. L'attività umana corrotta dal peccato.
Per restare unito al bene l'uomo deve combattere senza soste
[n. 37b] Tutta intera la storia umana è infatti pervasa
da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin
dall'origine del mondo, destinata a durare, come dice il Signore, fino
all'ultimo giorno (64). Inserito in questa battaglia, l'uomo deve combattere
senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore
unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l'aiuto della grazia di Dio.
Note: (64)
Cf. Mt 24,13; 13,24-30 e 36-43.
(CCC 1042) Alla fine dei
tempi, il Regno di Dio giungerà alla sua pienezza. Dopo il giudizio universale
i giusti regneranno per sempre con Cristo, glorificati in corpo e anima, e lo
stesso universo sarà rinnovato: Allora la Chiesa “avrà il suo compimento […]
nella gloria del cielo, quando verrà il tempo della restaurazione di tutte le
cose e quando col genere umano anche tutto il mondo, il quale è intimamente
unito con l'uomo e per mezzo di lui arriva al suo fine, sarà perfettamente
ricapitolato in Cristo” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 48]. (CCC 1043) Questo misterioso rinnovamento, che
trasformerà l'umanità e il mondo, dalla Sacra Scrittura è definito con
l'espressione: “i nuovi cieli e una terra nuova” (2Pt 3,13) [Ap 21,1]. Sarà la
realizzazione definitiva del disegno di Dio di “ricapitolare in Cristo tutte le
cose, quelle del cielo come quelle della terra” (Ef 1,10). (CCC 1046) Quanto
al cosmo, la Rivelazione afferma la profonda comunione di destino fra il
mondo materiale e l'uomo: “La creazione stessa attende con impazienza la
rivelazione dei figli di Dio […] e nutre la speranza di essere lei pure
liberata dalla schiavitù della corruzione […]. Sappiamo bene infatti che tutta
la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la
sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo
interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo”
(Rm 8,19-23).