Gaudium et spes n. 38 e commento CCC
38. L'attività umana elevata a perfezione nel mistero pasquale.
Croce sulle spalle di quanti cercano la pace e la giustizia
[n. 38d] Accettando di morire per noi tutti peccatori (68), egli ci insegna con il suo esempio che è necessario anche portare quella croce che dalla carne e dal mondo viene messa sulle spalle di quanti cercano la pace e la giustizia.
Note: (68) Cf. Gv 3, 14-16: Rm 5, 8-10.
(CCC 599) La morte violenta di
Gesù non è stata frutto del caso in un concorso sfavorevole di circostanze.
Essa appartiene al mistero del disegno di Dio, come spiega san Pietro agli Ebrei
di Gerusalemme fin dal suo primo discorso di pentecoste: “Egli fu consegnato a
voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio” (At 2,23). Questo
linguaggio biblico non significa che quelli che hanno consegnato Gesù [At 3,13]
siano stati solo esecutori passivi di una vicenda scritta in precedenza da Dio.
(CCC 517) Tutta la vita di Cristo è mistero di
redenzione. La redenzione è frutto
innanzi tutto del sangue della croce [Ef 1,7; Col 1,13-14; 1Pt 1,18-19], ma
questo mistero opera nell'intera vita di Cristo: già nella sua incarnazione,
mediante la quale, facendosi povero, ci ha arricchiti con la sua povertà [2Cor
8,9]; nella sua vita nascosta che, con la sua sottomissione [Lc 2,51], ripara
la nostra insubordinazione; nella sua parola che purifica i suoi ascoltatori
[Gv 15,3]; nelle guarigioni e negli esorcismi che opera, mediante i quali “ha
preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie” (Mt 8,17) [Is
53,4]; nella sua risurrezione, con la quale ci giustifica [Rm 4,25]. (CCC 618
) La croce è l'unico sacrificio di Cristo, che è il solo “mediatore tra Dio e
gli uomini” [1Tm 2,5]. Ma, poiché nella sua Persona divina incarnata, “si è
unito in certo modo ad ogni uomo” [Conc. Ecum. Vat.
II, Gaudium et spes, 22], egli
offre “a tutti la possibilità di venire in contatto, nel modo che Dio conosce,
con il mistero pasquale” [Ib.]. Egli chiama i suoi discepoli a prendere la loro
croce e a seguirlo [Mt 16,24], poiché patì per noi, lasciandoci un esempio,
perché ne seguiamo le orme [1Pt 2,21]. Infatti egli vuole associare al suo
sacrificio redentore quelli stessi che ne sono i primi beneficiari [Mc 10,39;
Gv 21,18-19; Col 1,24]. Ciò si compie in maniera eminente per sua Madre,
associata più intimamente di qualsiasi altro al mistero della sua sofferenza
redentrice [Lc 2,35]. “Al di fuori della croce non vi è altra scala per salire
al cielo” [Santa Rosa da Lima; P. Hansen, Vita
mirabilis, (Roma 1664)].