Gaudium et spes n. 43 e commento CCC
43. Aiuto che la Chiesa intende dare all'attività umana per mezzo dei cristiani.
Compiere fedelmente i doveri terreni guidati dallo spirito del Vangelo
[n. 43a] Il Concilio esorta i cristiani, cittadini
dell'una e dell'altra città, di sforzarsi di compiere fedelmente i propri
doveri terreni, facendosi guidare dallo spirito del Vangelo. Sbagliano coloro
che, sapendo che qui noi non abbiamo una cittadinanza stabile ma che cerchiamo
quella futura (93), pensano che per questo possono trascurare i propri doveri
terreni, e non riflettono che invece proprio la fede li obbliga ancora di più a
compierli, secondo la vocazione di ciascuno (94). A loro volta non sono meno in
errore coloro che pensano di potersi immergere talmente nelle attività terrene,
come se queste fossero del tutto estranee alla vita religiosa, la quale
consisterebbe, secondo loro, esclusivamente in atti di culto e in alcuni doveri
morali. La dissociazione, che si costata in molti, tra la fede che professano e
la loro vita quotidiana, va annoverata tra i più gravi errori del nostro tempo.
Contro questo scandalo (95) già nell'Antico Testamento elevavano con veemenza i
loro rimproveri i profeti e ancora di più Gesù Cristo stesso, nel Nuovo
Testamento, minacciava gravi castighi (96).
Note: (93) Cf. Eb 13,14. (94) Cf. 2 Ts 3,6-13; Ef 4,28. (95) Cf. Is
58,1-12. (96) Cf. Mt 23,3-33; Mc 7,10-13.
(CCC 1701) “Cristo […], proprio rivelando il mistero del
Padre e del suo amore, svela anche pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la
sua altissima vocazione” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22]. E' in Cristo,“immagine del Dio invisibile”
(Col 1,15) [2Cor 4,4 ] che l'uomo è stato creato ad “immagine e somiglianza”
del Creatore. E' in Cristo, Redentore e Salvatore, che l'immagine divina,
deformata nell'uomo dal primo peccato, è stata restaurata nella sua bellezza
originale e nobilitata dalla grazia di Dio [Gaudium
et spes, 22]. (CCC 1702) L'immagine divina è presente in ogni uomo.
Risplende nella comunione delle persone, a somiglianza dell'unità delle persone
divine tra loro.