Gaudium et spes n. 43 e commento CCC
43. Aiuto che la Chiesa intende dare all'attività umana per mezzo dei cristiani.
Non si crei un'opposizione artificiale tra le attività professionali e
sociali e la vita religiosa
[n. 43b] Non si crei perciò un'opposizione artificiale
tra le attività professionali e sociali da una parte, e la vita religiosa
dall'altra. Il cristiano che trascura i suoi impegni temporali, trascura i suoi
doveri verso il prossimo, anzi verso Dio stesso, e mette in pericolo la propria
salvezza eterna. Gioiscano piuttosto i cristiani, seguendo l'esempio di Cristo
che fu un artigiano, di poter esplicare tutte le loro attività terrene
unificando gli sforzi umani, domestici, professionali, scientifici e tecnici in
una sola sintesi vitale insieme con i beni religiosi, sotto la cui altissima
direzione tutto viene coordinato a gloria di Dio.
(CCC 1710) “Cristo […] svela pienamente l'uomo all'uomo e
gli fa nota la sua altissima vocazione” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22]. (CCC 1711) Dotata
di un'anima spirituale, d'intelligenza e di volontà, la persona umana fin dal
suo concepimento è ordinata a Dio e destinata alla beatitudine eterna. Essa
raggiunge la propria perfezione nel cercare ed amare il vero e il bene [Conc.
Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 15]. (CCC
1712) La vera libertà […] è nell'uomo “segno altissimo dell'immagine divina”
[Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes,
17]. (CCC 1713) L'uomo è tenuto a seguire la legge morale che lo spinge “a fare
il bene e a fuggire il male” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 16]. Questa legge risuona nella sua coscienza. (CCC
1714) L'uomo, ferito nella propria natura dal peccato originale, è soggetto
all'errore ed incline al male nell'esercizio della sua libertà. (CCC 1715) Chi
crede in Cristo ha la vita nuova nello Spirito Santo. La vita morale, cresciuta
e maturata nella grazia, arriva a compimento nella gloria del cielo.