Gaudium et spes n. 43 e commento CCC



43. Aiuto che la Chiesa intende dare all'attività umana per mezzo dei cristiani.

 Spetta alla loro coscienza inscrivere la legge divina nella vita terrena

[n. 43d] Spetta alla loro coscienza, già convenientemente formata, di inscrivere la legge divina nella vita della città terrena. Dai sacerdoti i laici si aspettino luce e forza spirituale. Non pensino però che i loro pastori siano sempre esperti a tal punto che, ad ogni nuovo problema che sorge, anche a quelli gravi, essi possano avere pronta una soluzione concreta, o che proprio a questo li chiami la loro missione; assumano invece essi, piuttosto, la propria responsabilità, alla luce della sapienza cristiana e facendo attenzione rispettosa alla dottrina del Magistero (97).

Note: (97) Cf. GIOVANNI XXIII, Encicl. Mater et Magistra: IV AAS 53 (1961), pp. 456-457 e I: l.c., pp. 407, 410-411.

(CCC 899) L'iniziativa dei cristiani laici è particolarmente necessaria quando si tratta di scoprire, di ideare mezzi per permeare delle esigenze della dottrina e della vita cristiana le realtà sociali, politiche ed economiche. Questa iniziativa è un elemento normale della vita della Chiesa: “I fedeli laici si trovano sulla linea più avanzata della vita della Chiesa; grazie a loro, la Chiesa è il principio vitale della società. Per questo essi soprattutto devono avere una coscienza sempre più chiara non soltanto di appartenere alla Chiesa, ma di essere la Chiesa, cioè la comunità dei fedeli sulla terra sotto la guida dell'unico capo, il Papa, e dei Vescovi in comunione con lui. Essi sono la Chiesa” [Pio XII, Discorso ai nuovi Cardinali (20 febbraio 1946); citato da Giovanni Paolo II, Esort. ap. Christifideles laici, 9]. 

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