Gaudium et spes n. 48 e commento CCC
48. Santità del matrimonio e della famiglia
Famiglia: amore, fecondità, unità, fedeltà, cooperazione
[n. 48m] Allora la famiglia cristiana che nasce dal
matrimonio, come immagine e partecipazione dell'alleanza d'amore del Cristo e
della Chiesa (114) renderà manifesta a tutti la viva presenza del Salvatore nel
mondo e la genuina natura della Chiesa, sia con l'amore, la fecondità generosa,
l'unità e la fedeltà degli sposi, che con l'amorevole cooperazione di tutti i
suoi membri.
Note: (114) Cf.1 Tm 5,3.
(CCC 2232) I vincoli familiari, sebbene importanti, non sono
però assoluti. Quanto più il figlio cresce verso la propria maturità e
autonomia umane e spirituali, tanto più la sua specifica vocazione, che viene
da Dio, si fa chiara e forte. I genitori rispetteranno tale chiamata e
favoriranno la risposta dei propri figli a seguirla. E' necessario convincersi
che la prima vocazione del cristiano è di seguire
Gesù [Mt 16,25]: “Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me;
chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me” (Mt 10,37). (CCC 2233)
Diventare discepolo di Gesù significa accettare l'invito ad appartenere alla famiglia di Dio, a condurre una vita
conforme al suo modo di vivere: “Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei
cieli, questi è per me fratello, sorella e madre” (Mt 12,49). I genitori accoglieranno
e rispetteranno con gioia e rendimento di grazie la chiamata rivolta dal
Signore a uno dei figli a seguirlo nella verginità per il Regno, nella vita
consacrata o nel ministero sacerdotale. (CCC 2234) Il quarto comandamento di
Dio ci prescrive anche di onorare tutti coloro che, per il nostro bene, hanno
ricevuto da Dio un'autorità nella società. Mette in luce tanto i doveri di chi
esercita l'autorità quanto quelli di chi ne beneficia.