Gaudium et spes n. 49 e commento CCC
49. L'amore coniugale
Un tale amore unisce assieme valori umani e divini
[n. 49d] Il
Signore si è degnato di sanare, perfezionare ed elevare questo amore con uno
speciale dono di grazia e carità. Un tale amore, unendo assieme valori umani e
divini, conduce gli sposi al libero e mutuo dono di se stessi, che si esprime
mediante sentimenti e gesti di tenerezza e pervade tutta quanta la vita dei
coniugi (116) anzi, diventa più perfetto e cresce proprio mediante il generoso
suo esercizio. È ben superiore, perciò, alla pura attrattiva erotica che,
egoisticamente coltivata, presto e miseramente svanisce.
Note: (116) Cf. Gen 2,22-24; Pr 5,18-20;
31,10-31; Tb 8,4-8; Ct 1,1-3; 2,16; 4,16-5,1; 7,8-11; 1 Cor 7,3-6; Ef 5,25-33.
(CCC 1621) Nel rito latino, la celebrazione del
Matrimonio tra due fedeli cattolici ha luogo normalmente durante la Santa Messa,
a motivo del legame di tutti i sacramenti con il Mistero pasquale di Cristo
[Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum
concilium, 61]. Nell'Eucaristia si realizza il memoriale della Nuova
Alleanza, nella quale Cristo si è unito per sempre alla Chiesa, sua diletta
Sposa per la quale ha dato se stesso [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 6]. E' dunque conveniente che gli sposi suggellino
il loro consenso a donarsi l'uno all'altro con l'offerta delle loro proprie
vite, unendola all'offerta di Cristo per la sua Chiesa, resa presente nel
sacrificio eucaristico, e ricevendo l'Eucaristia, affinché, nel comunicare al
medesimo Corpo e al medesimo Sangue di Cristo, essi “formino un corpo solo” in
Cristo [1Cor 10,17]. (CCC 1622) “In
quanto gesto sacramentale di santificazione, la celebrazione liturgica del
Matrimonio […] deve essere per sé valida, degna e fruttuosa” [Giovanni Paolo
II, Esort. ap. Familiaris consortio,
67]. Conviene quindi che i futuri sposi si dispongano alla celebrazione del
loro Matrimonio ricevendo il sacramento della Penitenza. (CCC 1623) Secondo la
tradizione latina sono gli sposi, come ministri della grazia di Cristo, a
conferirsi mutualmente il sacramento del Matrimonio esprimendo davanti alla
Chiesa il loro consenso. Nelle tradizioni delle Chiese orientali, i sacerdoti,
Vescovi o presbiteri, sono testimoni del reciproco consenso scambiato tra gli
sposi (Cf. CCEO canone 817), ma anche la loro benedizione è necessaria per la
validità del sacramento. (CCC 1624) Le diverse liturgie sono ricche di preghiere
di benedizione e di epiclesi che chiedono a Dio la sua grazia e la benedizione
sulla nuova coppia, specialmente sulla sposa. Nell'epiclesi di questo
sacramento gli sposi ricevono lo Spirito Santo come Comunione di amore di
Cristo e della Chiesa [Ef 5,32]. E' lui il sigillo della loro alleanza, la
sorgente sempre offerta del loro amore, la forza in cui si rinnoverà la loro
fedeltà.